A
Telecom Italia non verrà rimborsato il
canone di concessione già versato per l'esercizio finaziario 1998. La cifra di 529 milioni richiesta dall'azienda comprendeva la quota pagata anche come
Tim e gli
interessi legali. Telecom aveva avanzato la richiesta sulla base di una
sentenza comunitaria che aveva ritenuto il canone come in discordanza con le
leggi europee in merito.
Ad esprimersi negativamente in merito al ricorso era stato inizialmente il
Tar del Lazio, motivando la decisone proprio con la
norma comunitaria che demandava ai
giudici nazionali il compito di giudicare tale canone come lecito o meno.
Telecom, dal canto suo, aveva reagito appellandosi contro tale sentenza.
Anche il
Consiglio di Stato, però, ha negato all'
operatore telefonico la possibilità di rientrare delle spese sostenute, affermando che
la concessione in questione era in linea con i dettami della Ue, entrati in vigore da gennaio 1999. Pertanto la quota relativa all'esercizio 1998 era da pagare e resta allo Stato.
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