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Cielo, il Ministero risponde a Sky

Il viceministro delle Comunicazioni, Paolo Romani, ha risposto in una nota ufficiale alle accuse di Sky: la mancata messa in onda di Cielo non dipenderebbe dal Ministero. Per quanto riguarda la sua trasmissione sul digitale terrestre, Romani ha descritto le verifiche necessarie.

Autore: Redazione D. Life

Pubblicato il: 02/12/2009

Dopo le accuse di Sky in merito alla mancata messa in onda del nuovo canale Cielo, è arrivata la risposta del viceministro delle Comunicazioni, Paolo Romani.
In un comunicato ufficiale, l'affermazione che Cielo non possa trasmettere perchà© privo dall'autorizzazione da parte del ministero diffusa ieri da Sky viene definita "palesemente non veritiera": il Ministero ribatte che "il canale in questione, per espressa ammissione della stessa società  Sky, è regolarmente munito della prescritta autorizzazione per la trasmissione televisiva via satellite, del cui rilascio è peraltro competente l'Autorità  per le garanzie nelle comunicazioni e non il Ministero".
Altra questione è quella della trasmissione sul digitale terrestre: Romani conferma che Cielo, per approdare anche sulla nuova piattaforma, dovrà  attendere l'autorizzazione che sarà  rilasciata nei previsti 60 giorni (estensibili di ulteriori 30 in caso di necessità  istruttorie) conteggiati a partire dal 2 novembre, data di presentazione della richiesta. La risposta del Ministero presenta una considerazione: se Sky avesse voluto essere sicura di poter dare inizio alle trasmissioni sul digitale terrestre, avrebbe potuto inoltrare prima la propria richiesta.
La nota del vice ministro illustra una serie di valutazioni di ordine legislativo e amministrativo e di consultazioni con la commissaria europea alla Concorrenza che si sono rese necessarie prima della concessione dell'autorizzazione: importanti soprattutto i vincoli enunciati dalla decisione della Commissione europea del 2 aprile 2003 con riferimento agli impegni della fusione Stream/Telepiù.

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