L'
Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) ha diramato un comunicato stampa con il quale viene messo in evidenza il proprio entusiasmo nell'accogliere la sentenza della
Corte di Giustizia Europea del 3 dicembre 2009 con la quale la Germania è stata condannata per avere escluso la regolamentazione per le reti di accesso di nuova generazione ed i nuovi servizi a
banda ultralarga.
La Corte di Giustizia ha respinto senza appello la tesi che faceva dipendere lo sviluppo degli investimenti in reti e servizi di nuova generazione da una preliminare deregolamentazione dei relativi mercati.
Secondo l'AIIP, quindi la Corte di Giustizia ha confermato le ragioni in base alle quali l'Associazione Italiana Internet Provider si è sempre opposta alle analoghe tesi avanzate da
Telecom Italia e da altri soggetti attivi nelle comunicazioni elettroniche, secondo cui "solo la garanzia di profitti monopolistici, derivante dal una deregolamentazione per legge, giustificherebbe gli investimenti in reti e servizi di nuova generazione".
Inoltre, la Corte ha rigettato la teoria secondo cui la finalità primaria ed essenziale della regolamentazione sarebbe quella di assicurare la concorrenza tra reti. I giudici comunitari hanno di fatto confermato la necessità , espressa dalla Commissione Europea, che il regolatore nazionale bilanci vari obiettivi, tra cui anche l'innovazione, l'efficienza degli investimenti, la concorrenza nei servizi e
l'interesse dei consumatori.
La Corte ha infatti accolto i rilievi della Commissione Europea, che sosteneva che "l'art. 8, n. 2, della direttiva «quadro» non stabilirebbe alcun ordine prioritario di tali obiettivi e … che le ANR impongono misure correttive proporzionate e giustificate alla luce degli obiettivi di cui all'art. 8 della direttiva «quadro», senza attribuire una particolare priorità ad alcuno di essi" (sent. Commissione c. Germania, par. 45).
Viene confutata, quindi, la tesi –secondo l'AIIP- che vorrebbe che la principale finalità della regolamentazione fosse garantire la competizione infrastrutturale a scapito degli altri obbiettivi costitutivi dell'Autorità , che includono l'efficienza degli investimenti ed il minor prezzo al consumatore finale. Così facendo "si rischia di incentivare investimenti paralleli nelle zone ricche del paese, a scapito di investimenti nelle zone digital divise ed a prezzi relativamente alti rispetto le best practices europee", si legge sempre nella nota dell'AIIP.
AIIP plaude a questa posizione e spera che "possa essere prontamente recepita da
Agcom, affinchà© lo sviluppo tecnologico del nostro Paese avvenga in modo armonico ed equilibrato, riconoscendo la giusta importanza alle infrastrutture e alla concorrenza".
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