Della
violenza sul web se ne è abbondantemente parlato, con focus sui rischi dei
siti violenti, per la possibilità che il richiamo ad
azioni aggressive influenzi le persone più sensibili e condizionabili, in primis i giovani.
A seguito dell'aggressione al
Presidente del Consiglio di domenica e del successivo crearsi di gruppi sui social network inneggianti a
Massimo Tartaglia, autore del gesto, il Ministro dell'Interno,
Roberto Maroni, ha deciso di intervenire per frenare il dilagare di contenuti violenti.
"Stiamo valutando iniziative anche
legislative per oscurare i siti che diffondono messaggi di vera e propria
istigazione a delinquere" ha annunciato infatti Maroni durante l'informativa alla Camera sull'aggressione a Berlusconi. Il ministro ha messo in luce come precedenti tentativi di elaborare
misure ad hoc, per contrastare la diffusione di portali violenti, aveva subito rallentamenti a causa del lecito dovere di tutelare i diritti di
libertà personale e di
privacy dei cittadini.
Trovare le giuste misure che imbavaglino la
violenza gratuita e liberino le mani della
libertà di pensiero diviene quindi centrale: ''Finora i tentativi in sede parlamentare di introdurre nel nostro ordinamento norme efficaci in tal senso, hanno dovuto segnare il passo rispetto alle difficoltà di individuare interventi mirati ad oscurare solo i gruppi che pubblicano messaggi violenti, senza coinvolgere la generalità degli utenti del
social network che usano la rete per fini assolutamente leciti'', ha dichiarato Maroni.
Dello stesso avviso il ministro della Giustizia
Alfano: "Con il ministro Maroni abbiamo convenuto sull'idea di studiare insieme una norma che ponga un'argine all'
istigazione a delinquere e all'
apologia di reato attraverso Internet. Una norma che ci metta nelle condizioni di poter affermare che il nostro codice prevede questi reati e che questi non smettono di essere tali quando si sviluppano attraverso internet".
In merito al possibile oscuramento dei siti inneggianti esplicitamente alla violenza, è scesa in campo anche l'onorevole
Gabriella Carlucci, che torna a riproporre l'
abolizione dell'anonimato in Rete. Internet e i social network starebbero diventando, a suo avviso, canali e strumenti di diffusione di odio e veleno: i gruppi creatisi a seguito dei fatti di domenica sarebbero inoltre la prova della necessità di eliminare definitivamente l'anonimato sul web.
Riguardo la lotta alla violenza in rete, la
Procura di Roma ha aperto due fascicoli d'inchiesta su due gruppi creatisi su Facebook "
10-100-1000 Massimo Tartaglia" e "
Berlusconi a morte".
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