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Gli insegnanti 2.0 vogliono più tecnologia in classe

Una ricerca di Smart Technologies ha messo in luce il rapporto fra insegnamento e nuove tecnologie, intervistando un campione di 100 insegnanti.

Autore: Redazione D.Life

Pubblicato il: 21/12/2009

Insegnanti italiani sempre più 2.0, che usano regolarmente internet nella vita privata e vogliono più tecnologia all'interno delle classi per aumentare il livello di interesse verso le lezioni da parte degli studenti e per migliorare l'insegnamento.
Questi alcuni dei risultati dell'indagine condotta da Smart Technologies su un campione di circa 100 insegnanti di scuole primarie e secondarie di tutta Italia.Smart Technologies ha messo in luce come le lavagne interattive Lim Smart Board sono usate per l'insegnamento da oltre 30 milioni di studenti di 175 Paesi, Italia compresa, dove la quota di mercato di Smart è attualmente pari al 54%.
Alla domanda se la tecnologia sia un elemento indispensabile nella scuola di oggi, la quasi totalità  degli insegnanti ha risposto affermativamente (101 su 103), con l'84% degli intervistati concorde nell'auspicare una maggiore presenza delle nuove tecnologie all'interno delle scuole. Il 73% degli insegnanti ritiene inoltre che vi sia ancora un divario tra l'utilizzo delle tecnologie nella vita privata e nella scuola, tanto per gli studenti quanto per gli insegnanti.
La netta maggioranza degli intervistati (senza differenze rilevanti tra primarie e secondarie) giudica la tecnologia in generale molto importante innanzitutto per migliorare la comprensione degli studenti, seguita dal miglioramento dei risultati e dalla facilitazione dell'interazione insegnante-studente.
Oltre il 50% del campione ritiene che la tecnologia aiuti anche a migliorare l'immagine dell'istituto verso l'esterno, nei confronti dei genitori e in raffronto ad altre scuole. Una percentuale di risposte superiore al 50% ha infine indicato la tecnologia come molto importante a supporto della preparazione delle lezioni.Tutti gli insegnanti intervistati usano internet e il Pc e quasi tutti email e cellulare (con l'eccezione di un 4%) nella vita privata. Situazione che cambia però in modo netto quando si parla di tecnologie in ambito scolastico: tutti gli intervistati affermano di usare il Pc in classe, ma solo il 35% del campione dichiara di usarlo "sempre" (contro l'83% in ambito privato), mentre poco più della metà  degli insegnanti usa "sempre" o "spesso" la lavagna interattiva.Il mancato utilizzo delle tecnologie a scuola non sembra essere dovuto all'assenza degli strumenti, che sono però presenti in numero insufficiente.
Tutte le scuole coinvolte nell'indagine infatti dispongono di Pc, collegamento a internet (solo una scuola primaria ne è sprovvista), videoproiettore e lavagna interattiva. Ma per quanto riguarda, ad esempio, la dotazione di lavagne interattive, nella maggior parte delle scuole (79%) ne è presente una sola. Nel 21% ne sono presenti da una a cinque, in nessuna più cinque.Alla richiesta di indicare le priorità  relativamente ai futuri investimenti tecnologici, la maggioranza ha indicato il computer sia nella scuola primaria sia nella secondaria (53% e 67% rispettivamente).
Tra le altre tecnologie prese in considerazione, la più desiderata dagli insegnati risulta essere la lavagna interattiva (più nella scuola primaria, 33%, che nella secondaria, 29%), seguita dal videoproiettore (27% nella primaria e 19% nella secondaria) e dal collegamento a internet (3% nella primaria e 11% nella secondaria). Poichà© tutte le scuole hanno già  disponibilità  di personal computer, accesso a Internet, videoproiettore e lavagna interattiva, questi dati vanno interpretati nel senso di rinnovo o crescita numerica delle attrezzature e di accessi a internet più veloci.Un'altra serie di domande era volta a indagare quale ruolo possano avere le tecnologie ai fini della frequenza scolastica.
Al 73% degli insegnanti che ritiene vi sia un forte divario tra l'utilizzo delle tecnologie nella vita privata e nella scuola, tanto per gli studenti quanto per gli insegnanti, è stato chiesto se tale divario potesse essere un motivo di disaffezione degli studenti nei confronti della scuola. Quasi la metà  (49%) ha risposto in modo affermativo. A costoro è stato quindi chiesto se una diffusione e un impiego capillare delle tecnologie nella scuola potrebbe contribuire a ridurre le assenze, raccogliendo l'89% di risposte affermative.

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