▾ G11 Media: | ChannelCity | ImpresaCity | SecurityOpenLab | Italian Channel Awards | Italian Project Awards | Italian Security Awards | ...
Homepage > Notizia

Google China minata dall'interno?

Google sta conducendo delle indagini interne per verificare se l'attacco subito in Cina sia stato facilitato da alcuni suoi dipendenti. Nel frattempo BigG ha tolto la censura sui contenuti cinesi, provocando le ire del Governo e il coinvolgimento del Dipartimento di Stato Usa.

Autore: Andrea Sala

Pubblicato il: 18/01/2010

L'attacco subito da Google China potrebbe essere stato portato a termine grazie all'azione di alcune "talpe" interne alla società . Lo riporta Reuters, spiegando come Google stia investigando sulla faccenda per fare chiarezza.
La questione è nata in seguito al ben noto attacco informatico subito dalla filiale cinese di Google, attacco che ha causato un certo scompiglio nel mondo informatico e, ora, anche diplomatico. La prima a subirne le conseguenze è stata Microsoft, quando si è scoperto che l'azione criminale ha sfruttanto una falla di Internet Explorer. Ora Google stessa guarda al suo interno per scoprire eventuali "traditori": ad alcuni dipendenti cinesi è stato proibito l'accesso alle reti internazionali, altri sono stati messi in aspettiva e alcuni sono stati trasferiti ad altri uffici.
Il tutto mentre Google ha ingaggiato una battaglia anche con il Governo cinese: secondo alcuni ricercatori, infatti, l'attacco sarebbe partito proprio dalle autorità  asiatiche. Dopo questa rivelazione BigG ha deciso di togliere i filtri ai contenuti "non graditi" dal Governo. Agli internauti cinesi, per la prima volta, è stato concesso di accedere a informazioni scottanti, da sempre censurate e tenute nascoste: immagini della rivolta di Piazza Tien an men, il Dalai Lama, le sentenze di morte per i dissidenti e molti altri scheletri nell'armadio del Governo cinese. Un vero evento storico per il paese. In più Google ha anche minacciato di chiudere gli uffici cinesi, se lo Stato non avesse abbandonato la politica di censurare il web. L'autorità  cinese aveva poi ribadito la sua posizione: se vuole restare, Google dovrà  sottomettersi alle leggi vigenti, censura compresa. Nel botta e risposta Google ha poi dichiarato di non volere abbandonare la Repubblica Popolare.
E le motivazioni sono quasi certamente di carattere commerciale: lasciare il ricco mercato asiatico a Bing? Google non lo farà . Tanto più che Steve Ballmer si è affrettato a offrire la piena collaborazione di Microsoft riguardo ai contenuti scomodi: Bing si adeguerà  al volere dello Stato cinese senza storie, ha dichiarato il CEO di Microsoft. La coraggiosa decisione di Google, comunque, ne ha rafforzato l'immagine a livello mondiale, riacquistando quell'aura di imparzialità  e obbiettività  che ha valso al motore di ricerca il primo posto nel settore.
La faccenda però si sta ulteriormente complicando. àˆ recente la notizia dell'ingresso del Dipartimento di Stato Usa nel braccio di ferro. Un portavoce dell'autorità  americana ha dichiarato che a breve gli Usa invieranno una nota formale al Governo cinese, esprimendo la propria preoccupazione per l'attacco subito da Google. Inoltre saranno richieste delle informazioni sull'accaduto, assieme alle strategie che lo Stato cinese intende adottare per il futuro. Insomma, la vicenda si sta trasformando in un vero e proprio caso diplomatico. Il Governo statunitense non esclude conseguenze in campo commerciale e ribadisce l'importanza di una libera informazione in Cina, anche e soprattutto per favorirne la crescita economica.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di BitCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.

Tag:

Notizie che potrebbero interessarti: