Il
Presidente de
L'Espresso Carlo De Benedetti è recentemente sceso in campo sulla questione dei
contenuti online. Come altri suoi colleghi, anche De Benedetti ha espresso l'idea che tali contenuti debbano essere offerti
a pagamento. Per mettere in atto tale strategia l'
editore propone anche delle
soluzioni pratiche: sistemi di pagamento più semplici, partnership con motori di ricerca e aggregatori, collaborazione tra i vari gruppi editoria e difesa del copyright. Solo così, sostiene De Benedetti, si riuscirà a porre fine alla
fruizione gratuita di materiale intellettuale. Sì perchà© gli editori, come tutti, devo alla fine dell'anno confrontarsi con il bilancio e "quando i conti non tornano è la libertà di espressione a soffrine per prima e di più", spiega De Benedetti.
Riferendosi all'estero, il Presidente rimarca anche come famose
testate come il
New York Times e i quotidiani tedeschi di
Axel Springer abbiano già intrapreso la strada del
web a pagamento.
Google, come altre società e servizi, non possono appropriarsi dei contenuti senza dare nulla in cambio: "Questi diritti devono trovare una definizione legislativa più netta e, soprattutto, ampliarsi". Riguardo al
copyright la posizione di De Benedetti è chiara: occorre più
controllo e l'organizzazione di un
sistema che possa garantire il rispetto dei diritti. E cita l'esempio del
Regno Unito, dove è presente un
database dei vari ritagli di giornale e, ogni volta che se ne preleva uno, occorre pagare. I ricavi poi sono divisi tra gli editori, con un sistema di quote: De Benedetti propone l'adozione di uno stratagemma simile. Per finire, l'editore consiglia ai suoi colleghi un
approccio graduale, offrendo contenuti creati ad hoc, esclusivi o di nicchia per sfruttare quella che molti chiamano già l'editoria del futuro: l'
editoria basata su internet.
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