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Utenti spiati dai provider? Si decide il 10 febbraio

Il 10 febbraio si terrà  l'udienza che vede contrapposte Fapav e Telecom Italia. L'ente vorrebbe che Telecom controllasse i propri utenti internet nel caso vengano accertate violazioni del copyright. Il Garante della Privacy difenderà  gli utenti.

Autore: Andrea Sala

Pubblicato il: 29/01/2010

Il prossimo 10 febbraio Fapav (Federazione anti-pirateria audiovisiva) e Telecom Italia si scontreranno in tribunale. Nell'udienza in programma a Roma si affronterà  una questione spinosa riguardante la privacy degli utenti internet. Fapav, infatti, ha citato Telecom e chiede che il provider sorvegli le attività  online dei suoi utenti, onde poter accertare eventuali illeciti. Nello specifico si parla di download illegale di materiale coperto da diritti d'autore e attività  illecite nelle reti peer-to-peer. Fapav, inoltre, vorrebbe che Telecom e gli altri provider filtrino l'accesso ad alcuni siti sgraditi, pena il pagamento di 10mila Euro per ogni giorno di inadempienza. Insomma, l'azione legale è volta a trasformare gli ISP in un organo di vigilanza sulla rete.
L'Aiip, associazione dei principali provider, non vede di buon occhio il processo, citando i diritti dei netizen e la direttiva comunitaria del commercio 2008, in cui si ribadisce l'estraneità  dei provider nei casi di attività  illegale degli utenti. Ciò che Fapav vuole ottenere, inoltre, andrebbe a palese danno della privacy dei cybernauti, controllati in ogni loro attività  durante la navigazione. Non a caso il Garante della Privacy ha deciso di partecipare al processo, schierandosi con gli utenti, come già  successe per il caso Peppermint
Fapav avrebbe anche raccolto dei dati per supportare le proprie tesi: l'ente sarebbe in possesso di centinaia di migliaia di informazioni sulle attività  di utenti Telecom Italia. Informazioni molto approfondite e personali, come i titoli dei film scaricati e addirittura la tracciatura dei siti visitati. Aiip, per questo motivo, si schiererà  a favore degli utenti in difesa della privacy: in particolare, carpire l'elenco dei siti visitati è una violazione molto grave, visto che nemmeno i provider sono autorizzati a farlo.
Ecco perchà© Telecom ha intenzione di difendersi respingendo i dati Fapav, dati raccolti illegalmente e senza il consenso di nessuno. I file condivisi sono stati scoperti grazie alla società  francese CoPeerRight che ha fornito il software di monitoraggio. àˆ ignoto, invece, come Favap abbia avuto accesso ai siti visitati dagli utenti e sembra che, in questo caso, CoPeerRight non c'entri nulla. L'ente è stato bersagliato di domande in questo senso ma le risposte non sono ancora arrivate. Bisognerà  attendere i prossimi giorni, intanto si prepara la battaglia su uno dei più scottanti argomenti legati al web. Controllo a tutti i costi o libertà  digitale?

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