Il prossimo
10 febbraio Fapav (Federazione anti-pirateria audiovisiva) e
Telecom Italia si scontreranno in tribunale. Nell'udienza in programma a
Roma si affronterà una questione spinosa riguardante la
privacy degli utenti internet. Fapav, infatti, ha citato Telecom e
chiede che il provider sorvegli le attività online dei suoi utenti, onde poter accertare eventuali illeciti. Nello specifico si parla di
download illegale di materiale coperto da
diritti d'autore e attività illecite nelle
reti peer-to-peer. Fapav, inoltre, vorrebbe che Telecom e gli altri provider
filtrino l'accesso ad alcuni siti sgraditi, pena il pagamento di
10mila Euro per ogni giorno di inadempienza. Insomma, l'azione legale è volta a trasformare gli
ISP in un organo di
vigilanza sulla rete.
L'
Aiip, associazione dei principali provider, non vede di buon occhio il processo, citando i diritti dei
netizen e la
direttiva comunitaria del commercio 2008, in cui si ribadisce l'estraneità dei provider nei casi di attività illegale degli utenti. Ciò che Fapav vuole ottenere, inoltre, andrebbe a
palese danno della privacy dei cybernauti, controllati in ogni loro attività durante la navigazione. Non a caso il
Garante della Privacy ha deciso di partecipare al processo, schierandosi con gli utenti, come già successe per il
caso Peppermint.
Fapav avrebbe anche raccolto dei dati per supportare le proprie tesi: l'ente sarebbe in possesso di
centinaia di migliaia di informazioni sulle attività di utenti Telecom Italia. Informazioni molto approfondite e personali, come i
titoli dei film scaricati e addirittura la
tracciatura dei siti visitati. Aiip, per questo motivo, si schiererà a favore degli utenti in difesa della privacy: in particolare, carpire l'elenco dei siti visitati è una violazione molto grave, visto che nemmeno i provider sono autorizzati a farlo.
Ecco perchà© Telecom ha intenzione di difendersi respingendo i dati Fapav,
dati raccolti illegalmente e senza il consenso di nessuno. I file condivisi sono stati scoperti grazie alla società francese
CoPeerRight che ha fornito il software di monitoraggio. àˆ ignoto, invece, come Favap abbia avuto accesso ai siti visitati dagli utenti e sembra che, in questo caso, CoPeerRight non c'entri nulla. L'ente è stato bersagliato di
domande in questo senso ma le risposte non sono ancora arrivate. Bisognerà attendere i prossimi giorni, intanto si prepara la battaglia su uno dei più scottanti argomenti legati al web.
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