L'
iPad ha introdotto nuovi
modelli di business e nuove
funzionalità nell'ecosistema
Apple, dagli
e-book, ai
tablet Pc, al
gaming portatile. Un'altra piccola, ma potenzialmente rivoluzionaria, novità è l'apertura di Apple verso il
software VoiP. La notizia è più importante di quel che possa apparire.
In precedenza, infatti, proprio il rifiuto da parte della società di Cupertino dell'App
Google Voice per
iPhone aveva portato a forti attriti fra le due aziende. Il fatto aveva avuto una certa risonanza nell'informazione di settore, in quanto Apple si era comportata da vero e proprio
censore, eliminando un possibile concorrente dei partner telefonici dell'iPhone. Tra questi, le motivazioni ufficiali di
AT&T furono che il VoiP andava a sovraccaricare la
rete 3G rendendola instabile, mentre Apple rifiutava una fantomatica
modifica dell'interfaccia che doveva essere "studiata" più approfonditamente. Pertanto le chiamate via VoiP potevano venire effettuate solo in presenza di
connettività WiFi.
AT&T, poi, cambiò la propria posizione e aprì la propria rete 3G a quel tipo di software, anche spinta dal decreto ingiuntivo della
FCC che stabiliva l'
uguaglianza di ogni bit di dati in transito sulla rete. In sostanza l'ente americano ha decretato che tutti i dati sulla rete sono uguali e non devono mai venire filtrati o bloccati da provider, operatori o carrier. Successivamente l'App Store ha iniziato ad offrire applicazioni VoiP, escludendo arbitrariamente Google Voice e causando delle specifiche
indagini della FCC. Indagini che hanno portato, infine, allo sbarco di Google Voice sull'iPhone, ma solo dopo parecchi mesi dalla creazione dell'App.
La recente apertura di Apple al software VoiP non sembra avere motivazioni filantropiche nei confronti degli utenti: la decisione di Cupertino è stata presa per
rendere l'iPad più vendibile e multifunzionale. Tra gli sviluppatori si soluzioni VoiP già compatibili con l'iPad troviamo
iCall e Fring. Inoltre il fatto porterà benefici anche ai carrier, nella disperata ricerca di
monetizzazione in Usa, dove gli abbonamenti a internet mobile costano pochi dollari al mese.
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