Nel terzo millennio, la guerra si combatte anche sul web. L'
Fbi statunitense è ben consapevole dei rischi che i crimini informatici comportano per le istituzioni e i privati cittadini, e nel corso di una conferenza sulla sicurezza in internet ha lanciato l'allarme su questo genere di minacce.
Robert Mueller, direttore dell'organismo, è intervenuto alla conferenza affermando che in particolare gli
stati stranieri o i singoli
gruppi militanti sono sempre più esperti nel
"combinare gli attacchi fisici a quelli virtuali", sottolineando come gli effetti di un cyber attacco possano essere devastanti come "una bomba ben piazzata".
"I terroristi hanno mostrato un chiaro interesse nel raggiungere competenze da hacker e addestreranno le proprie reclute" ha continuato Mueller, citando in particolare il tristemente noto gruppo di
Al Qaeda, che si serve di internet per reclutare membri, organizzare gli attentati e per colpire le istituzioni dei paesi considerati nemici.
I criminali, spesso mossi anche da fini politici, "mirano alla nostra tecnologia, alle nostre informazioni di intelligence, alle nostre proprietà intellettuali, anche alle nostre armi e strategie militari".
Le preoccupazioni degli Stati Uniti sono ben comprensibili se si pensa agli
attacchi subiti da diverse aziende americane nello scorso mese di gennaio, partiti con molta probabilità dalla
Cina.
àˆ proprio l'uso delle "armi informatiche" a fine politico da parte dei governi a spaventare l'Fbi.
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