Nessuna perplessità , parole chiare e forti per esprimere la volontà di contrastare l'attività dei
criminali informatici: le autorità cinesi hanno espresso l'intenzione di punire gli
hacker, colpevoli di creare scompiglio sul web. Dopo un lungo periodo di tira e molla di dichiarazioni provocatorie e severe da parte del
governo e di
Google, sembra sia stato compiuto un passo verso la rappacificazione tra i soggetti.
Dopo gli
attacchi subiti dal Gigante di Mountain View e le minacce della società di andarsene dalla Cina, le autorità hanno mostrato la volontà di venire incontro alle esigenze dell'azienda, tutelando la sua
attività in rete.
Il
governo cinese si è quindi impegnata a punire i
pirati informatici autori degli attacchi contro Google, qualora venisse accertato che sono cinesi. A dichiararlo all'agenzia
Nuova Cina,
Miao Wei, viceministro dell'Industria e dell'Informatica: "Se Google ha le prove che gli attacchi sono venuti dalla Cina, il governo cinese accoglierà con piacere le informazioni e punirà severamente i responsabili" aggiungendo anche che "se Google decidesse di continuare le sue attività in Cina e si attenesse alle leggi della Cina, sarebbe il benvenuto".
Il ministro ha però messo in luce come, da parte di bigG non sia pervenuta ancora, attualmente, una
denuncia formale.
La
polemica fra le parti si era aggravata a fine di febbraio, nel momento in cui alcuni
media occidentali avevano dato notizia della scoperta che gli attacchi sarebbero provenuti da due scuole in Cina e che addirittura uno degli hacker sarebbe stato un
consulente del governo per la sicurezza informatica. Accuse rigettate dalle autorità di Pechino.
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