Il quotidiano "
Financial Times" aveva scritto, durante lo scorso fine settimana, come i negoziati fra
Google e il
governo cinese fossero arrivati ormai a un'impasse, tanto che Google si riteneva sicura al "99,9%" di ritirarsi dalla Cina.
Sia che il quotidiano avesse ragione, o torto, non cambia un aspetto basilare della vicenda: l'atteggiamento delle
autorità di Pechino dinanzi all'attività del Gigante di Mountain View.
Un
portavoce del governo ha infatti messo in rilievo come Google dovrà sottostare alle
regole impostele, anche qualora decidesse di lasciare la Cina.
"Entrando nel mercato cinese nel 2007, si è impegnata chiaramente a rispettare la
legge cinese. Speriamo che se Google continuerà a operare in Cina oppure se farà altre scelte, rispetterà le regole legali cinesi. Nel caso se ne andasse, dovrebbe gestire le cose secondo le regole e gestire in modo appropriato le altre questioni": queste le dichiarazioni del portavoce
Yao Jian, riportate dalla
Reuters.
Le imposizioni sui contenuti pubblicati
online, la censura sul
motore di ricerca e gli attacchi di
cybercriminali, che la società imputa alla Cina, stanno spingendo giorno dopo giorno Google verso la decisione di lasciare Pechino e chiudere il portale di websearch
Google.cn.
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