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Yahoo, violate alcune caselle email in Cina e Taiwan

Alcuni account mail di Yahoo, intestati a giornalisti e ad altri professionisti il cui lavoro ha a che fare con la Cina, sono stati violati la scorsa settimana.

Autore: Redazione D.Life

Pubblicato il: 31/03/2010

Alcune caselle mail di Yahoo, intestate a giornalisti e altri professionisti il cui lavoro è collegato alla Cina, sono state violate durante la scorsa settimana. L'attacco è stato scoperto pochi giorni dopo le dichiarazioni di Google in merito alllo spostamento dei suoi servizi di ricerca web in lingua cinese al di fuori della Cina stessa, per non essere penalizzato dalla censura opprimente del regime di Pechino.
Il 25 marzo alcuni giornalisti, fra cui la freelance francese Kathleen McLaughlin, hanno riscontrato l'impossibilità  di accedere alle loro caselle mail. Solo nella giornata di oggi, stando alle dichiarazioni della stessa giornalista, è stato ripristinato il normale stato delle cose.  
Ai fatti riguardanti la McLaughlin si sommano anche le denunce provenienti da Andrew Jacobs, collaboratore del New york Times, che ha rivelato che il suo account Yahoo Plus è stato bloccato, reso inaccessibile a sua insaputa e girato ad un altro indirizzo sconosciuto.
Questa modalità  di azione ricorda molto da vicino gli attacchi del periodo compreso tra la fine del 2009 e l'inizio dell'anno in corso, dove le vittime furono le caselle Gmail di diversi attivisti per i diritti umani e giornalisti che lavoravano a stretto contatto con la realtà  cinese. Anche in quel caso si scoprì che gli account furono dirottati su indirizzi sconosciuti.       
Google ha menzionato questi attacchi in gennaio quando si è scoperta vittima, insieme ad altre 20 aziende, di violazioni da parte di hacker. Questa è in parte la causa - insieme alle crescenti preoccupazioni in materia di censura - alla base della decisione, resa pubblica la settimana scorsa, di spostare i servizi in lingua cinese a Hong Kong.        
Yahoo non ha commentato nà© reso ufficialmente nota la natura degli attacchi subiti, ma si è limitata alla condanna senza distinzione degli stessi.

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