Cresce la presenza delle imprese italiane sul web: sono
233 i
portali su internet al quarto trimestre 2009. àˆ quanto emerge da un'elaborazione della
Camera di commercio di Milano su dati
Registro Imprese dell'ultimo periodo.
Il fenomeno dei portali aziendali nasce negli anni 2000 e raggiunge l'apice nel
2009, anno di iscrizione di quasi una impresa su due (
44,7%).
In circa la metà dei casi si tratta di
piccole imprese, ditte individuali con
titolare giovane (il 68,1% ha meno di 40 anni) ed in circa un caso su cinque
donna (17,8%).
La sola
Lombardia possiede circa un quinto del totale nazionale (19,7%), seguita da Veneto (11,2%), Emilia Romagna, Piemonte e Toscana (9,9%).
Tra le province, ai primi posti
Milano dove ha sede oltre un decimo delle imprese italiane attive nel settore (10,7%), seguita da Torino (9%), Roma (6,4%), Firenze (3,9%) e Venezia (3,4%).
E se Milano è la sede dei social network più famosi, tra le altre proposte italiane, portali dedicati a consigli turistici su dove soggiornare in vacanza, sui luoghi da visitare, dove mangiare e fare shopping. La guida del "tutto fare" con suggerimenti utili per superare i piccoli problemi quotidiani, il portale di viaggi guidati in pullman e il motore di ricerca di eventi e locali per il tempo libero.
Analizzando in particolare l'incidenza del fenomeno nell'area milanese, si scopre che il computer è sempre più presente nella vita delle imprese del territorio. La metà lo utilizza per più di cinque ore al giorno ed in media passa su internet ogni giorno oltre due ore. Quasi la metà (43%) degli imprenditori è un utente di social network e chat e circa il 38% vi dedica fino a un'ora al giorno.
Con la proliferazione dei siti web, nasce il problema dell'
attribuzione dei nomi dei portali: alle dispute su questi problemi si dedica la
Camera arbitrale di Milano, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, che giudica in ogni caso particolare chi ha diritto all'uso del nome e chi, invece, si registra illegittimamente. Azioni compiute spesso in malafede e per indurre in confusione rispetto a un marchio, un segno distintivo aziendale o un nome o un cognome noto.
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