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iAd, la pubblicità  a marchio Apple è realtà 

Dopo molteplici indiscrezioni, finalmente Apple ha annunciato ufficialmente la piattaforma iAd: si tratta della prima avventura di Cupertino nel settore advertising e mira ai milioni di utilizzatori di iPhone e iPad. La sfida a Google è aperta.

Autore: Andrea Sala

Pubblicato il: 09/04/2010

Che Apple stesse tenendo d'occhio l'advertising mobile da gennaio, quando la società  di Cupertino ha acquisito la startup Quattro Wireless, era noto.
Da quel momento in poi, tutti gli esperti di settore si sono chiesti cosa
Steve Jobs avesse in mente. O meglio, viste le attività  di Quattro Wireless l'idea era abbastanza chiara, ma con la Mela non si può mai sapere e così gli analisti sono andati cauti: Apple stava architettando qualcosa in ambito advertising mobile, solo questo era certo.
Oggi, assieme all'annuncio di iPhone OS 4.0, sono arrivate anche altre informazioni sul nuovo settore in cui la società  vuole avventurarsi. E lo farà  tramite iAd, la prima piattaforma "made in Cupertino" per la pubblicità  mobile. Pubblicità  veicolata con le famose Apps, interattiva e possibilmente anche divertente, riferisce il solito, istrionico Steve Jobs in dolcevita nero.
In soldoni, quello che cominceremo a vedere da oggi in poi saranno delle pubblicità  nelle applicazioni. Siccome l'utente medio spende circa 30 minuti al giorno sulle Apps, Jobs ha calcolato che, al ritmo di una ogni 3 minuti, si arriverebbe tranquillamente al miliardo di impression al giorno sugli oltre 100 milioni di dispositivi Apple in circolazione.
I tipi di annunci, poi, saranno molto diversi fra loro: secondo il CEO di Apple andranno a colpire in un punto a metà  tra l'interattività  e le emozioni. Questo significa, in parole povere, che ci sarannno contenuti interattivi e video che verranno veicolati senza che l'utente debba per forza uscire dall'App in uso. Si potrà  anche chiudere lo spot in ogni momento e tornare all'applicazione "pura".
Apple funzionerà  da host e rivenditore della pubblicità , riconoscendo agli sviluppatori il 60% degli incassi. E il metodo approntato da Cupertino serve anche per aggirare Flash: visto che l'iPhone e l'iPad non lo supportano - comprese le pubblicità  interattive che i marketers amano - tutta l'interattività  andrà  costruita con l'HTML5. E gli annunci non saranno filtrati come le Apps. Ci sarà  comunque un minimo controllo per eliminare contenuti chiaramente offensivi, ma in linea di massima gli inserzionisti avranno carta bianca. In fondo, si tratta dei loro soldi.
Il tutto, mentre lo stesso Jobs annuncia i risultati ufficiali dell'iPad: 450mila tablet venduti, 3,5 milioni di Apps specifiche e 600mila iBook scaricati. Per quanto riguarda l'iPhone, invece, Apple riferisce di oltre 50 milioni di pezzi venduti. Il bacino di utenza per iAd è davvero rilevante.
Riuscirà  Apple a impensierire
Google ora?

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