No al "
Panic Button": il team management di
Facebook ha rifiutato la proposta avanzata dal Centro britannico per la protezione dei
minori, il
Child Exploitation and Online Protection Centre, che aveva suggerito al social network di predisporre un
tasto di emergenza per salvare gli utenti più piccoli da situazioni difficili.
Lo speciale tasto avrebbe dovuto essere collegato alle
linee di emergenza "azzurre".
A far intervenire l'associazione in merito all'uso che i ragazzini fanno del
web, di Facebook e degli altri siti di
social networking in particolare, è stato un fatto di cronaca che ha scosso l'
opinione pubblica britannica: una giovane 17enne britannica,
Ashleigh Hall, è stata violentata e uccisa da un uomo che l'aveva contattata su Facebook, spacciandosi per un suo coetaneo.
I vertici del sito hanno però rigettato la proposta, assicurando però una maggiore tutela per i minori: stando a quanto è trapelato, il social network lancerà una
campagna di sensibilizzazione sui rischi legati alla
navigazione, per cui sono stati stanziati 5 milioni e mezzo di Euro, ed un servizio di controllo 24 ore su 24. Su ogni profilo, inoltre, è già attiva una funzione che consente di bloccare i profili che istigano al
razzismo e i contenuti a
luci rosse.
Joe Sullivan, chief security officer di Facebook, ha spiegato in un post: "Abbiamo quadruplicato i contenuti a disposizione degli utenti relativamente alla questione sicurezza e abbiamo sviluppato un'
interfaccia più navigabile e ordinata, in modo da garantire risposte sempre rapide".
Un plauso a queste misure da parte del presidente dell'
agenzia britannica per la tutela dei minori, che ha comunque voluto sottolineare come si tratti "di un primo passo nella giusta direzione", ma che "bisogna passare dalle parole all'azione".
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