Un sempre maggior interesse per i temi che riguardano la
censura e la pubblicazione di
contenuti in rete: negli ultimi tempi, soprattutto come conseguenza di quanto avvenuto fra
Google e la
Cina, uno degli argomenti clou delle discussioni sul mondo di internet riguardano la
libertà degli utenti e dei
provider di pubblicare online.
La controversia fra la Società di Mountain View e il governo di Pechino, in particolare, ha mostrato la difficoltà di conciliare le esigenze delle
autorità , in questo caso di mantenimento dello status quo, con la possibilità per il popolo del web di fruire senza alcun vincolo del materiale diffuso in
rete.
Google ha deciso di pubblicare la
graduatoria dei Paesi che hanno maggiormente richiesto la cancellazione di contenuti in rete: lo scopo di questa pubblicazione sarebbe quello di far luce sulle
azioni censorie applicate su richiesta dei
governi, in modo da rendere pubbliche le sua attività di rimozione.
La classifica è però incompleta, essendo stati omessi i dati inerenti la Cina: come spiegato dai vertici della società , le richieste portate avanti dalle autorità cinesi sono un
segreto di stato e, in quanto tale, non possono essere svelate.
Fra i dati diffusi emerge come il
Brasile guidi la classifica degli Stati più "insistenti" nel porre richieste a Google: negli ultimi sei mesi le autorità brasiliane avrebbero presentato 3.663 richieste dati e 291 richieste di rimozione, connesse, nella maggior parte delle situazioni, a casi di
scambio persona e
diffamazione sul social network
orkut.
A seguire la
Germania, le cui richieste sono collegate a contenuti come souvenir
nazisti e negazioni dell'
Olocausto; al terzo posto si colloca invece l'
India, dove orkut è un sito popolare; al quarto gli
Usa.
Google ha sottolineato di aver soddisfatto una percentuale di richieste di rimozione dal 77,5 al 94,1%, giunte dai primi quattro Paesi della lista.
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