Un attacco in piena regola che, difficilmente, si può non collegare ad una intimidazione.
Stiamo parlando dell'azione di
cybercriminali a danno del portale d'informazione contro le mafie dell'associazione "
Libera", ossia il sito "
Libera informazione".
In una nota, l'associazione di
don Ciotti ha spiegato i fatti, lasciando intendere come le motivazioni alla base di quanto avvenuto siano più profonde, rispetto a quello che potrebbe far pensare un semplice attacco di
hacker: "Nel giro di pochi giorni si sono ripetuti tentativi di intimidazione nei confronti di Articolo 21 e di Libera Informazione. Dopo l'incursione notturna nei giorni scorsi nella sede di Articolo 21, dove ignoti hanno rubato 7 computer e contemporaneamente gli hacker sono entrati nel sistema informatico di quel sito distruggendo un articolo di
Roberto Morrione sugli attacchi che il
presidente del Consiglio ha mosso contro le fiction televisive e i libri sulla mafia con riferimento a Gomorra e a
Roberto Saviano. Stanotte l'
aggressione informatica ha colpito il sito di Libera Informazione, l'osservatorio nazionale sull'informazione per la legalità e contro le mafie, avendo ancora di mira esclusivamente quell'editoriale".
La correlazione con la
bufera mediatica scatenatasi dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in merito alla ripercussioni che fiction e libri avrebbero sulla mafia, sembra evidente: l'attacco ha infatti, come sottolineato nella nota riportata sopra, voluto sabotare l'
editoriale sulla vicenda.
La sfida portata avanti dall'associazione è sempre stata caratterizzata da toni forti e da battaglie vive, in questo caso però sembra che qualcuno abbia voluto minare la libertà di parola dei suoi esponenti: "Al di là della gravità del reato sorge spontanea la domanda su chi e perchà© non vuole che si esprima liberamente un'opinione critica su una posizione di Berlusconi che sta suscitando forti reazioni e sdegno nella società civile, fra i famigliari delle vittime di mafia, nel mondo dell'editoria e della comunicazione".
L'associazione si è rivolta alla
polizia per denunciare i fatti, ma intende proseguire senza lasciarsi intimorire dall'attacco subito: "Una cosa comunque è certa: noi non ci facciamo intimidire e proseguiremo con tutte le nostre forze e a testa alta nell'impegno per la
legalità , contro le mafie, di denuncia delle complicità che a ogni livello ne consentono l'espansione".
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