Oggi è il
primo maggio,
Festa dei Lavoratori. La celebrazione, che si tiene in quasi tutto il mondo, vuole tenere viva la memoria delle
lotte sindacali che, alla fine dell'800, portarono alla conquista delle otto ore lavorative giornaliere. Al prezzo di diverse vite umane.
In una realtà che sembra non ricordare e non rispettare più nulla, e ci riferiamo a quegli esercizi che oggi non abbasseranno le serrande,
Google si erge a memoria storica online. Sulla pagina italiana del motore, infatti, oggi campeggia un
logo che rende omaggio ai lavoratori e alle loro vicissitudini, passate e presenti.
Passate perchè quel primo giorno di maggio a
Chicago morirono diversi uomini, fra polizia e manifestanti. Il motivo? Ottenere giornate lavorative di "sole", per l'epoca, otto ore. Ecco da dove arriva la Festa e l'orario di lavoro che ogni uomo maledice - o benedice, a seconda dei casi - a ogni nuova settimana.
La Festa dei Lavoratori ha continuato ad esistere, in clandestinità o meno, fino ai giorni nostri, sopravvivendo a repressioni di ogni genere: dal veto dei governi alla violenza per disperdere le folle.
Mette un pò rabbia, però, vedere come tutto questo ormai venga
celebrato meccanicamente, come se ci fosse un non ben definito obbligo. Forse sono i lavoratori stessi a non gradire l'
amara ironia che sta dietro ai festeggiamenti, fiaccati da un
tasso di disoccupazione e precarietà che cresce giorno per giorno. E gli
imprenditori non sono certo più felici, quando sono costretti a chiudere, a rincorrere i clienti insolventi o supplicare le banche per avere credito.
Appare forse
anacronistico assistere quindi alla consueta folla festante che agita le bandiere sindacali, davanti al
maxi concerto che anche quest'anno si terrà a Roma, in Piazza San Giovanni. Migliaia di giovani si troveranno assieme, in piazza, più per sostenersi a vicenda che per festeggiare.
Davanti alla realtà dei fatti la scelta di Google sembra, in qualche modo, più rispettosa. Molto più significativa dei
manifesti che rimarranno sui muri delle città , testimoni muti del lavoro che sta scomparendo come lo conoscevamo: un'orgogliosa espressione di vita e un
diritto che ogni uomo dovrebbe sempre poter esercitare. Parafrasando Google, forse quest'anno i lavoratori non "si sentono fortunati".
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