I sistemi informatici americani sono sotto un costante attacco, così insistente che le autorità non riescono più a farvi fronte.
Parla chiaro
Jim Miller del Dipartimento della Difesa e dichiara il
fallimento del Governo nel respingere la minaccia. Per comprendere meglio l'entità del fenomeno Miller utilizza un paragone efficace: gli Usa stanno perdendo tanti dati da riempire più volte la Libreria del Congresso.
Ma non sono solo gli
hacker a minacciare la
sicurezza americana, Miller parla di
oltre 100 agenzie di intelligence straniere che, alla stregua di organizzazioni criminali, tentano di entrare nei sistemi informatici Usa. A queste minacce vanno poi aggiunti i
gruppi terroristici, che nel web vedono uno efficace strumento di attacco.
Miller dichiara chiaramente che "I nostri sistemi sono sondati migliaia di volte al giorno e scannerizzati milioni di volte al giorno", e il volume di attacchi ormai ha "superato la nostra capacità di difenderci". Il funzionario ammette senza mezzi termini la
debolezza delle difese americane, debolezza che causa la
perdita di innumerevoli dati.
Ad oggi il Governo sta lavorando su un
piano di sicurezza appositamente per i network digitali. Il Pentagono, invece, ha già istituito un apposita
sezione militare che si occupa di guerra informatica, sia con operazioni d'attacco che di difesa.
Secondo l'FBI, inoltre, i criminali digitali hanno già "bucato" le reti Usa e trafugato di tutto: dalla proprietà intellettuale ai dati industriali, senza dimenticare veri e propri
furti di denaro. Una banca, ad esempio, ha visto sparire ben 10 milioni di dollari in un solo giorno.
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