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Polemiche privacy su Facebook, i vertici in riunione straordinaria

Riunione straordinaria dei vertici di Facebook sulla questione della privacy degli utenti: le critiche di istituzioni e utenti stanno minando la sicurezza del team management del social network. Nascono intanto alternative al sito.

Autore: Santina Buscemi

Pubblicato il: 17/05/2010

Ore di agitazione negli uffici di Zuckerberg & Co: il tormentone privacy sta minando la serenità  dei vertici di Facebook.
Diverse critiche, che giungono sia dagli utenti del social network che dalle istituzioni, hanno indotto il team management della società  a riunirsi, in un incontro straordinario a porte chiuse, per approfondire la questione privacy ed evitare che impatti sulla popolarità  del sito.
A seguito dell'intervento dei garanti europei per la privacy e le associazioni per i diritti online degli utenti, la questione della riservatezza degli iscritti non poteva più essere ignorata: da qui la decisione di organizzare questo summit, durante il quale riflettere sul modus operandi da attuare.
Una riunione a porte chiuse, della quale poco e nulla si è saputo: a conclusione dei lavori, è stato sottolineato come si sia trattato di una "discussione proficua".
L'unica misura resa nota è l'intenzione di aggiungere funzioni per contrastare il fenomeno degli hacker che rubano informazioni personali, collegandosi agli account di altri utenti.
Nessun riferimento, quindi, agli aspetti maggiormente controversi del sito, in primis il servizio di instant personalization, nato ad aprile e capace, in poco tempo, di suscitare una bufera di polemiche sui vertici del sito di social networking. Questa funzione permette ai partner di Facebook di utilizzare le informazioni personali pubblicate dall'utente per offrire servizi ad hoc: quando l'utente si collega ad un sito partner, si troverà  davanti una serie di offerte, link e riferimenti creati a seconda delle informazioni captate da Facebook.
Una funzione disattivabile dagli utenti nelle opzioni privacy, ma comunque presente qualora la disattivazione non sia stata richiesta: ciò aveva scatenato le polemiche da parte del Working Party, formato da tutti i garanti della privacy europei, che aveva inviato una lettera inviata ai responsabili del social network.
Fra gli altri critici della gestione della privacy sul sito si annoverano: un gruppo di senatori Usa, che ha domandato più trasparenza nella gestione dei dati personali; l'associazione del web Eff, la quale ha pubblicato una timeline mettendo in luce il progressivo peggioramento della tutela della privacy su Facebook; l'esperto Matt McKeon, che ha mostrato i peggioramenti del sito sulla questione riservatezza.
Diverse voci, che collimano nell'indicare Zuckerberg e colleghi come i responsabili di questo calo di attenzione verso il bisogno di tutelare gli utenti.
Utenti che iniziano a preoccuparsi seriamente delle informazioni caricate sul social network: questo problema condurrà  ad una disaffezione nei confronti del popolare social network?
Sarà  questo il tallone d'Achille che determinerà  il calo di fortuna del sito?
Intanto c'è chi si mobilita per creare alternative a Facebook: come ad esempio quella di quattro ragazzi  americani che sono riusciti in pochi giorni a raccogliere 120 mila dollari per il progetto Diaspora: un social network "open", che nascerà  a settembre e che a differenza di Facebook darà  agli utenti pieno e trasparente controllo sui propri dati personali. Attenzione Zuckerberg!


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