I primi quattro mesi del 2010 hanno fatto registrare un deciso incremento degli arresti e dei procedimenti giudiziari nei confronti della criminalità digitale in diversi Paesi. E' quanto emerge dal rapporto sulla sicurezza di
F-Secure relativo alla prima parte dell'anno.
Nato come hobby, intorno al 2003 il
malware è diventato un vero e proprio business controllato da criminali e capace di generare enormi profitti. Tuttavia, la trasformazione del malware da "passatempo" online in attività criminale per diversi anni non ha portato all'arresto degli autori degli attacchi. Nei rari casi in cui queste persone sono state fermate e processate, le sentenze non sono state quasi mai di condanna.
E' dello scorso marzo la condanna esemplare a 20 anni di carcere di Alfredo Gonzales, a capo di una banda di
criminali informatici colpevole di essersi impossessata dei dati di decine di milioni di carte di credito dalla catena di grandi magazzini americana
TJ Maxx e da altri punti vendita negli Stati Uniti. Si tratta della sentenza più dura mai pronunciata per un caso di crimine informatico. Gonzales e i membri della sua banda si sono infiltrati nei sistemi di autenticazione dei registri di cassa dei rivenditori attraverso una connessione wi-fi. E' stato necessario ristampare milioni di carte di credito.
Tra gli altri casi notevoli del 2010, la condanna a 5 anni di carcere da scontare nel Regno Unito a carico di Renu Subramaniam, alias
JiLsi, uno dei criminali informatici del forum di
hacker DarkMarket. In Estonia, l'autore della famiglia di virus
Allaple, Artur Boiko, è stato condannato a 2 anni e 7 mesi.
Oltre 70 membri di una banda di criminali informatici dediti al phishing, sono stati arrestati in Romania grazie alla collaborazione con le autorità russe. Considerando che la Russia è sempre stata vista come il paradiso dei
cyber criminali, i recenti sviluppi appaiono particolarmente incoraggianti.
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