Una storia come purtroppo sovente se ne sentono: amore, sesso, ricatti a luci rosse, violenze.
Negli ultimi tempi, però, un elemento diventa sempre più presente in vicende come quella che ci accingiamo a raccontare:
Facebook. Il re dei social network è infatti spesso uno dei fattori rilevanti in brutte storie che si concludono con denunce alle
Forze dell'ordine.
Senza demonizzare il sito di Zuckerberg, gli
incontri virtuali sul web, attraverso Facebook, avvicinano persone di diverso genere. Può capitare che dopo qualche conversazione via
chat si decida di incontrare la persona gradevole e simpatica con la quale si è chiacchierato
online, senza considerare come interfacciarsi al monitor del computer non corrisponda a conoscere realmente un individuo.
Una studentessa diciannovenne di Lodi aveva deciso di incontrare un uomo conosciuto sul
social network. L'uomo, un 35enne di Bologna, l'aveva contattata qualche tempo prima, dopo aver notato il suo profilo.
I due si erano incontrati e, nei giorni successivi, avevano consumato un rapporto sessuale.
La ragazza, interessata solo ad una avventura, non aveva più intenzione di relazionarsi all'uomo e voleva quindi interrompere i contatti.
L'uomo ha però iniziato a minacciarla, riempendola di insulti e dichiarando di essere pronto a consegnare alla scuola della giovane il filmato del loro rapporto sessuale, ripreso da una telecamera all'insaputa della ragazza.
A questo punto la 19enne ha deciso di rivolgersi alla
Squadra Mobile di Lodi raccontando quanto avvenuto. Per poter arrestare l'uomo, le è stato chiesto di dargli un appuntamento. I due si sono così incontrati.
Durante l'appuntamento, il criminale ha preteso un rapporto sessuale, cercando di far salire la giovane sulla sua auto, così da portarla in un motel.
Ma è stato prontamente fermato dagli agenti e
arrestato per tentata violenza sessuale.
Una storia che induce a riflettere sui rischi legati alle
relazioni nate grazie al web. Si rischia spesso di dare fiducia ad una persona conosciuta solo attraverso
internet, senza comprendere che la persona gentile che chatta con noi potrebbe essere un
criminale.
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