▾ G11 Media: | ChannelCity | ImpresaCity | SecurityOpenLab | Italian Channel Awards | Italian Project Awards | Italian Security Awards | ...
Homepage > Notizia

Manovra, appello delle imprese italiane al governo

Confindustria e Rete Imprese Italia hanno rivolto un appello a Berlusconi e al Parlamento per la modifica di due norme della manovra finanziaria: le misure contestate riguardano la riscossione e la compensazione fra crediti e debiti con l'amministrazione fiscale.

Autore: Redazione D. Life

Pubblicato il: 05/07/2010

La manovra finanziaria approntata dal governo contiene alcuni punti che preoccupano seriamente le imprese italiane. Al punto che ConfindustriaRete Imprese Italia (associazione che riunisceConfcommercio, Confartigianato, CNA; Casartigiani, Confesercenti) hanno deciso di rivolgere un appello al premier Berlusconi e al Parlamento, in attesa della discussione allla commissione del Senato del provvedimento.
Le associazioni ravvisano nella manovra alcune norme che "costituiscono violazioni gravi dei diritti dei contribuenti e nulla hanno a che fare con il contrasto all'evasione": esse rischiano di avere "conseguenze irreparabili specie per le piccole e medie imprese".
L'obiettivo è quello di convincere l'esecutivo a modificare due articoli in particolare: uno di essi riguarda la riscossione (il 38), l'altro la compensazione fra crediti e debiti con l'amministrazione fiscale (il 31).
"La proposta che è stata avanzata in Commissione Bilancio al Senato di portare da 150 a 300 giorni la durata massima della sospensione giudiziale degli atti di recupero dei crediti verso l'amministrazione – spiega la nota ufficiale delle associazioni - non risolve il problema, a fronte del fatto che la durata media dei soli procedimenti di primo grado supera i 700 giorni. Se passasse questa norma, il contribuente sarebbe costretto, pena il pignoramento, a pagare gli importi richiesti dall'amministrazione, pur essendo ancora in attesa di sentenza e a fronte di pretese che nella grande maggioranza dei casi risulteranno successivamente non fondate".
"Ciò non è accettabile" per le imprese italiane, in quanto "darà  luogo a contenziosi, anche in punto di legittimità  costituzionale, in molti casi porterà  a conseguenze irreparabili, specie per le piccole e medie imprese. Per rimediare al problema - indicano - occorre che la sospensiva duri quantomeno sino alla sentenza di primo grado''.
L'altra norma che desta allarme, si legge nella nota, "riguarda il divieto di effettuare compensazioni fra crediti e debiti fiscali in presenza di accertamenti anche di importo modesto (1.500 euro). Come si è già  fatto osservare il divieto di compensazione può essere imposto, ma solo quando vi sia la piena certezza del debito fiscale, ossia quando lo stesso sia iscritto a ruolo definitivo".

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di BitCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.

Tag:

Notizie che potrebbero interessarti: