Il leader dell'Italia dei valori,
Antonio di Pietro, scende in campo per difendere la
libertà di internet.
Sul banco degli imputati il
ddl intercettazioni e la misura ivi contenuta, che prevede la richiesta di rettifica dei contenuti pubblicati online in un tempo massimo di 48 ore.
Di Pietro ha spiegato come, a suo avviso, nonostante si voglia far credere che la norma sia funzionale alla
tutela della privacy, in realtà si penalizza la libertà della rete: "Non bastava il bavaglio alla stampa, ora vogliono pure chiudere
Google. Chiedere rettifiche sul web entro 48 ore è un modo per
spegnere la rete. La pretesa di togliere una notizia in 48 ore non solo è impossibile perchà© si dovrebbe chiudere Google, ma la conseguenza è che nessuno pubblicherà più nulla nel timore di sanzioni".
Il leader dell'Idv ha sottolineato come questa norma sarà osteggiata il più possibile dal suo partito, che continuerà la battaglia contro il ddl. Una delle lotte più sentite sarà contro l'obbligo per i
blogger di
rettificare i contenuti pubblicati entro 48 ore.
Di Pietro ha spiegato come si tratti di "una battaglia in difesa della democrazia e della giustizia".
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