Il prossimo sfidante nella
guerra dei social network? Secondo il
New York Times sarà
Tumblr. Il sito, sconosciuto ai più in Italia, non è certo una novità ed è
molto apprezzato negli Stati Uniti.
Quello che è nuovo - e piace agli utenti - è il
tipo di comunicazione che Tumblr offre: si tratta di una sorta di
microblog al quale si possono aggiungere molti contenuti aggiuntivi, come video, foto, immagini, link esterni, citazioni e molto altro. Una specie di
Twitter "potenziato", quindi. Molti, poi, assimilano Tumblr a un
blocknotes virtuale completamente aperto ad ogni tipo di contenuto.
La differenza sostanziale sta proprio in questo: mentre altri social network si basano sui
contributi degli utenti, i mesaggi di stato o i famosi "tweets",
Tumblr permette di costruire dei "collage" di informazioni per esprimere concetti, sentimenti, stati d'animo e altro. Per farlo gli iscritti si servono di un
"bottone" da installare sul proprio browser, bottone che permette una veloce condivisione con tanto di commento.
Questo nuovo modo di essere "social" ha fatto breccia nella stampa americana, tanto che molte testate d'oltreoceano hanno avviato delle iniziative su Tumblr. La prima è stata
Newsweek che sul sito offre una selezione dei propri articoli, suddivisi per argomento e importanza: il tutto però con un registro più colloquiale, come si conviene ad un social network.

Sulla scia di Newsweek sono arrivati anche il
New Yorker e
Pro Publica, l'organizzazione non profit di reporter premiata con il premio Pulitzer. Ma molte altre realtà nell'ambito dell'editoria e della comunicazione stanno passando o sono già passate al
sito di microblogging emergente.
Perchè il New York Times ha puntato gli occhi su Tumblr? Tanto per cominciare
è appena entrato nei 50 siti web più visitati negli Usa, in secondo luogo Tumblr vanta
numeri notevoli, anche se neanche lontanamente paragonabili a quelli dei colossi
Facebook e
Twitter:
4,5 milioni di post al giorno, 6 milioni di iscritti, 25mila nuovi account ogni giorno e fino a 1,5 miliardi di pagine viste al mese. E il tutto è sempre stato in rapida espansione dal
2007, anno del lancio del social network.
Raggiante - e non poteva essere altrimenti - anche il
fondatore di Tumblr, il 24enne David Karp, che non poteva che dimostrare il proprio entusiasmo con un post: "Ce l'abbiamo fatta", ha commentato via Tumblr alla notizia dell'inclusione fra i 50 siti più visitati in Usa.
Facebook e Twitter devono sentirsi minacciati? A livello di numeri non ancora. In futuro, però, Tumblr potrebbe seriamente impensierire i due social network più usati al mondo.
A dimostrazione di ciò è arrivato un'annuncio da Twitter: a breve verrà dato più spazio a foto, video e altri contenuti. Perchà© alle persone, evidentemente, 140 caratteri non bastano più.
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