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Brunetta vara il Codice Azuni: come vorreste il web?

Il Ministro Brunetta ha lanciato una nuova iniziativa, denominata Codice Azuni: il fine del progetto è dare la possibilità  a tutti di dire la propria su come si dovrà  regolamentare la rete. Per 30 giorni.

Autore: Andrea Sala

Pubblicato il: 05/08/2010

Il Ministo Brunetta ha lanciato l'iniziativa "Codice Azuni", dal nome del cartografo Domenico Azuni che nell'800 stilò una serie di norme per la navigazione nei mari europei. Azuni portò a termine il suo compito adottando un approccio "bottom up", dal basso.
E lo stesso tipo di metodo vuole utilizzare Brunetta con il suo nuovo progetto: il Ministro darà  la possibilità  a tutti i cybernauti di dire la loro su come dovrebbe essere regolamentata la rete, in relazione all'odierna realtà  digitale.
"Abbiamo così deciso di raccogliere e sistematizzare le esperienze e le prassi che si sono affermate sulla Rete al fine di individuare punti ideali di equilibrio, in analogia a quanto fece il giurista sardo Domenico Azuni che raccolse leggi, usi, consuetudini, ordinanze e decisioni consolidate per la navigazione sui mari dell'Europa di inizio '800. Il primo passo da compiere per dare avvio all'operazione 'Codice Azuni' è dare voce agli utenti della Rete per condividere come "orientarsi" sulla Rete".
Insomma una sorta di "microfono aperto" perchè tutti i netizen esprimano la loro opinione sulle normativa da applicare al web e da tale opinione costruire un Codice Azuni relativo al "mare digitale".
L'iniziativa è senza dubbio encomiabile, anche se la decisione di lanciarla ai primi di agosto per soli 30 giorni appare piuttosto infelice: gli utenti del web manderanno forse i loro messaggi dalle spiagge? Probabilmente no.
In più non è ben chiara la finalità  di questo documento e se ne una teme un futura distorsione da parte degli organi politici: in passato, infatti, i servizi più apprezzati del web sono stati bollati come criminosi, solo per alcuni utilizzi deviati degli stessi. Senza parlare del digital divide che affligge il nostro paese e la banda larga che stenta ad affermarsi.
Quello che si salva è proprio il concetto fondamentale che intende dar voce a chi usa internet in maniera profonda, rispetto a chi di internet parla soltanto.
Tutte le informazioni relative al progetto sono disponibili sul sito ufficiale.

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