La
Guardia di Finanza di Roma ha stroncato un'organizzazione che
riciclava denaro sporco in Cina, utilizzando
servizi di trasferimento telematico di denaro, i cosiddetti "money transfer".
Le somme spedite verso la Repubblica Popolare provenivano da
attività illecite compiute da commercianti cinesi attivi nel nostro Paese: dalla vendita di accessori contraffatti ad abiti abilmente "taroccati".
In alcuni casi, poi, i titolari dei conti telematici e dei trasferimenti in Asia erano ignari di tutto o persino inesistenti: l'operazione occultava così le manovre di
imprenditori cinesi compiacenti.
L'inchiesta, che durava da
due anni, è stata coordinata dalla
Direzione Distrettuale Antimafia di Roma ed era partita dopo alcune segnalazioni di strani movimenti di denaro da due agenzie finanziarie della Capitale: la
HPD Finanziaria e la
GE.DE.FIN.
In poco tempo, gli agenti delle due società hanno trasferito in Cina ingenti somme, nascondendo l'origine del denaro.
A insospettire gli agenti sono stati i
congrui trasferimenti di valuta a fronte dei pochi clienti che utilizzavano i servizi delle due finanziarie.
Dopo aver raccolto le prove necessarie, la Guardia di Finanza ha fatto scattare i
fermi e i sequestri: sono finite nei registri degli indagati
31 persone e sono stati recuperati
beni per 9 milioni di Euro.
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