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Germania, le aziende non potranno spiare i dipendenti su Facebook

La Germania ratificherà  una legge per impedire alle aziende di "indagare" sui dipendenti attraverso il monitoraggio dei loro prifili sui vari social network, Facebook in primis.

Autore: Andrea Sala

Pubblicato il: 24/08/2010

Nell'era dei social network i nostri dati personali sono praticamente sotto gli occhi di tutti, a prescindere dai vari proclama di Facebook e soci sulla tutela della privacy.
Lo sanno bene anche i dipartimenti di risorse umane delle aziende, tra i quali, negli ultimi tempi, si è diffusa la pratica di "spiare" gli aspiranti lavoratori controllando i loro profili su Facebook: questo perchè i social network rivelano molti aspetti della vita privata delle persone, tanto da farsi un'idea sulla loro supposta serietà .
Tra i dati presenti, ad esempio, su Facebook ci sono le inclinazioni sessuali, la situazione familiare e le foto a documentare comportamenti che magari si preferirebbe tenere nascosti. 
Ebbene, in Germania il fatto è finito sotto esame da parte delle autorità , che ora sono pronte a legiferare in merito: i datori di lavoro non potranno utilizzare le informazioni ricavate dai social network per licenziare i dipendenti. Lo stesso varrà  per chi è in cerca di lavoro: i candidati alle varie posizioni ricercate da un'azienda non potranno essere discriminati in base alle informazioni raccolte sul web.
La speciale legge ad hoc dovrebbe passare al voto del Gabinetto tedesco già  domani e la sua ratifica appare scontata.
Nel testo sono contemplate altre attività  che i datori di lavoro non potranno più compiere: spiare i dipendenti con le telecamere di sicurezza, controllare le email e intercettare le telefonate, anche se queste comunicazioni avvengono per mezzo di canali aziendali.
In particolare, tutto quanto verrà  scritto su internet non potrà  essere impugnato contro i dipendenti, a meno che non venga controllato e verificato. Insomma, i licenziamenti sommari in base a quel che si legge online dovrebbero venire scongiurati.
La legge toccherà , oltre a Facebook, altri siti ben noti e già  accusati di abbassare la produttività  sul lavoro: Twitter, Flickr, MySpace e altri. Esclusi dalla normativa saranno le reti digitali per professionisti, come LinkedIn, appunto perchè strettamente connessi all'attività  lavorativa.
I datori di lavoro potranno comunque cercare su Google il nominativo di una qualunque persona ma, ancora, le informazioni non verificate non potranno essere utilizzate contro i dipendenti o gli aspiranti tali.
A prescindere dalle norme restrittive, comunque, niente impedisce di raccogliere informazioni in rete e farsi un'idea, per quanto sommaria, su una persona. Logiche, quindi, le prime stroncature della legge.
Quest'ultima novità  dalla Germania, tuttavia, conferma l'impegno del suo governo per tutelare la privacy dei cittadino contro quel "grande fratello" digitale che è diventato internet. E contro chi sfrutta indebitamente le informazioni rastrellate in rete.

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