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Gruppo shock su Facebook, educhiamo i bambini a suon di sberle

Sta sollevando un polverone l'ultimo gruppo shock nato su Facebook: "educhiamoli a suon di sberle" raccoglie i deprecabili consigli dei genitori maneschi. Immediate le polemiche e gli appelli delle autorità  perchà© tali pagine non vengano più create.

Autore: Andrea Sala

Pubblicato il: 25/08/2010

Su Facebook nascono ogni giorno delle fan page che suscitano accese polemiche, anche se spesso i diverbi rimangono all'interno del social network.
Ogni tanto, però, le varie bacheche digitali ospitano temi così incredibili da suscitare un polverone che raggiunge la politica e l'opinione pubblica in toto.
Questa volta è un gruppo che prende di mira i bambini e si chiama "Educhiamoli a suon di sberle". Neanche a dirlo, tratta di come "raddrizzare" i propri figli con le maniere forti, arrivando anche all'istigazione alla violenza.
Tutti sentiamo dire spesso che i ceffoni dati con cognizione di causa sono utili ma i messaggi postati dagli utenti sulla bacheca del gruppo sono solo da condannare: i 76 membri si scambiano amenità  del tipo "io li educo con il fucile ad aria compressa" e "legarli a una sedia e prenderli tutti a schiaffoni dalla parte delle nocche". Ma ce ne sono anche di peggiori.
Immediato - e giustificato - lo sdegno di Alessandra Mussolini,  presidente della Commissione parlamentare per la tutela dell'Infanzia, che chiede a gran voce delle punizioni esemplari contro questi genitori scellerati e domanda al Ministro Maroni delle norme più severe di controllo dei social network.
Della stessa opinione è anche Alessandro Pedrini, direttore dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori, la prima istituzione a segnalare il gruppo su Facebook: "Credo che il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, debba a questo punto dar seguito alle dichiarazioni espresse in merito all'irrigidimento dei controlli del social network, inevitabili davanti all'ascesa di insulti violenti che hanno come oggetto l'infanzia. Va bene la libertà  di espressione, ma se questa invade la sfera emotiva e la dignità dei soggetti più deboli qualcosa bisogna pur fare".
Intanto, nel momento in cui scriviamo, la pagina su Facebook è irraggiungibile, ma le polemiche - a ragione - probabilmente cresceranno.

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