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Cyber crimine, una ricerca ci dice come reagiscono gli italiani

Le donne in rete sono più prudenti degli uomini, ma più vulnerabili al fascino dello shopping. Gli internauti del Bel Paese sono i più bugiardi e tra i più lenti a risolvere un problema di cyber crimine.

Autore: Redazione D.Life

Pubblicato il: 16/09/2010

Ingenui e distratti, gli uomini al PC sono una facile preda di furti e crimini online, più delle donne, la cui prudenza però è messa a dura prova dallo shopping. Anche nella versione virtuale, infatti, la corsa agli acquisti rende il gentil sesso più vulnerabile e propenso a lasciare su Internet i dati della carta di credito, richiamo irresistibile per i criminali informatici.
Al  contrario, la tendenza ad assumere una falsa identità  online accomuna entrambi i generi ed è molto diffusa soprattutto tra gli utenti italiani, che sono anche tra i più lenti a risolvere i problemi legati al cyber crimine
E' quanto emerge dal Norton Cybercrime Human Impact Report, una ricerca commissionata da Symantec sui comportamenti online, che ha l'obiettivo di comprendere gli approcci più diffusi alla rete, i rischi e le minacce che gli utenti affrontano e le azioni volte a difendersi dagli attacchi. Il 65% degli intervistati è stato vittima del cyber crime e non sorprende quindi che meno di 1 adulto su 10 si senta sicuro in rete e il 34% ammetta di non sentirsi protetto.
Per i cyber criminali è più semplice adescare un uomo piuttosto che una donna: attratti dal contenuto erotico di una e-mail o da promesse di guadagno facile, gli uomini sono più propensi a condividere informazioni personali in rete. Se però parliamo di shopping online, sono le donne a sottovalutare, più degli uomini, il rischio che comporta lasciare i dati della carta di credito su Internet.
Gli uomini risultano comunque essere più tecnologici: per difendersi dagli attacchi, il 69% esegue l'aggiornamento del software di sicurezza e il 33% effettua il backup dei dati, mentre le donne, anche dopo aver subito un attacco, preferiscono chiedere aiuto ad amici o familiari, per risolvere il problema.
In Italia, l'incidenza della criminalità  informatica è alta, infatti il 69% degli utenti ha subito una qualche forma di attacco online. Nonostante la diffusione dei rischi che gli utenti devono affrontare, il tempo necessario per risolvere un problema di cybercrime è al quarto posto tra tutti i paesi studiati. Occorrono infatti circa 36 giorni per debellare una minaccia, che sembrano un'eternità  rispetto ai 9 impiegati dagli svedesi.  
In Europa però c'è chi fa peggio: i più lenti infatti sono i tedeschi, con una media di 58 giorni. Il cyber crimine è dispendioso anche in termini economici: eliminare il danno costa, infatti, a ciascun utente italiano circa 93 Euro.
Gli atteggiamenti nei confronti della criminalità  informatica poi variano da paese a paese: ad esempio in Cina, capitale mondiale del cybercrime che conta più vittime (83%), i virus e i malware sono i più temuti perchà© colpiscono il 65% degli utenti, al contrario in Brasile se ne sottovaluta il rischio.
Anche i comportamenti volti a proteggersi dagli attacchi sono differenti: mentre gli australiani si limitano ad eliminare le mail con allegati sospetti (89%), i tedeschi preferiscono prendere precauzioni più solide, e aggiornano spesso i software di sicurezza (79%); inglesi e francesi temono soprattutto i furti di denaro e controllano spesso l'estratto conto bancario (66%), mentre gli italiani evitano di comunicare dettagli personali (67%).


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