Il
Partito Pirata svedese non riesce nel
bis tanto sperato: forte degli ottimi
risultati ottenuti l'anno scorso al
Parlamento Europeo, il
Piratpartiet non è riuscito ad ottenere il
quorum per entrare anche nel Parlamento di casa.
Se un miracolo può anche accadere, due sono impossibili. E lo sa bene il
leader del Partito Pirata,
Rick Falkvinge, che ha definito l'esiguo
1,4% dei voti (a spoglio non ancora concluso) come un vero e proprio "flop": "Abbiamo lavorato bene con i media: siamo apparti su giornali, volantini, dibattiti come mai prima d'ora", ha dichiarato Falkvinge che continua con autoironia "sfortunatamente, questa volta, il vento non ha gonfiato le nostre vele".
Sono lontani i
fasti del periodo che vedeva
The Pirate Bay sotto inchiesta in terra svedese, episodio che ha fruttato al Piratpartiet uno sbalorditivo
7,1% e ben
2 seggi conquistati al Parlamento Europeo.
Il miracolo di cui sopra non è accaduto e il Partito di Falkvinge non si è nemmeno avvicinato al
4% necessario per l'ingresso nel
Riksdag, il Parlamento di Svezia.
Il leader dei Pirati identifica i motivi della debacle nello
scarso interesse dell'opinione pubblica verso i temi cari al Piratpartiet:
privacy online e
riforma delle leggi sul copyright. In più Falkvinge intendeva anche offrire l'immunità parlamentare a
Wikileaks e
The Pirate Bay.
Gli elettori, però, hanno dato più peso ai comuni temi su cui i partiti politici si danno battaglia: lavoro, economia, sicurezza, ecc.
I Pirati, con la testardaggine tipica di questo nome, hanno annunciato che continueranno a portare avanti i loro ideali, con tutti i mezzi a disposizione: il Partito, infatti, ha annunciato che parteciperà alle
elezioni europee del 2014 e presenzierà all'udienza d'appello che vede imputate quattro persone nel
processo a The Pirate Bay.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di
BitCity.it iscriviti alla nostra
Newsletter gratuita.