Il panorama dell'informazione italiana oggi conta una
nuova promettente matricola: si tratta di "
Lettera43", neonato quotidiano diretto dal giornalista
Paolo Madron e
totalmente basato sul web. E sull'approccio al giornalismo legato alla rete: "Aggiorneremo il sito ogni giorno
365 giorni all'anno dalle 5 alle 24", ha dichiarato Madron su questo aspetto.
Sì, perchè "Lettera43" è un q
uotidiano solo online che proprio da internet trae le sue linee guida:
notizie generaliste in tempo reale, approfondimenti e una speciale "attenzione al potere, sia politico che economico".
Il tutto con un deciso utilizzo di
contenuti multimediali, come detta il
web 2.0: "Puntiamo molto anche su una multimedialità spinta perchà© ritengo che su internet spesso la forza del video superi quella della parola scritta. Per questo abbiamo dotato tutti i nostri giornalisti di una telecamerina e quando sarà possibile li manderemo a seguire eventi dal vivo", ha dichiarato Madron, che di "Lettera43" è anche editore.
Ma come farà il nuovo quotidiano a sostenersi economicamente? Davanti al classico
bivio fra notizie gratuite con spazi pubblicitari e l'accesso a pagamento ai contenuti, Madron e soci hanno scelto decisamente la
prima possibilità . Ossia tutti i futuri introiti arriveranno dall
'advertising, anche qui in completo accordo con l'imprescindibile "libertà " che permea il web.

Certo, la coraggiosa scelta è stata possible anche perchà© "Lettera43" non deve sostenere gli onerosi costi di stampa e può contare su almeno
tre anni di copertura economica: per il varo del quotidiano, infatti, sono stati raccolti ben
3,5 milioni di Euro.
A scommettere sulla nuova realtà editoriale, oltre a Madron, sono stati il giornalista
Titta Prestini,
Daniele Sesini, ex direttore marketing stampa nazionale e internet dell'agenzia Manzoni,
Leonardo Barbieri ex direttore centrale della Manzoni,
Matteo Arpe attraverso la Sator,
Andrea Agnelli e
Paolo Cantarella, ex AD di Fiat.
Grazie alla somma di cui sopra la redazione di "Lettera43" ha potuto portare a termine una
piccola rivoluzione nel mondo editoriale: il team di giornalisti, infatti, può contare su 2
0 under-30 assunti con regolare contratto giornalistico. Una situazione molto diversa da quel sottobosco editoriale fatto di collaborazioni sottopagate, sfruttamento e precarietà che sembra essere ormai la normalità per chi si affaccia sul mestiere del giornalista in Italia.
Il nome stesso della testata è quasi profetico: "Lettera43" infatti si riferisce ad uno studio dell'esperto di giornalismo
Philip Mayer, studio in cui si profetizza l'ultima copia cartacea del New York Times, nel 2043, appunto.
Così Madron e soci hanno scelto di percorrere la strada dell'
informazione "online only" anzitempo, prevedendo anche versioni di "Lettera43" specifiche per
smartphone e
tablet Pc.
Il futuro dell'informazione quindi pensa anche al futuro del mobile computing: riuscirà "Lettera43" a portare una ventata di freschezza nello stantio panorama editoriale italiano?
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