Marcus Jannes aveva comunicato più volte il suo desiderio di farla finita lasciando messaggi di avvertimento su
Facebook e sul forum
Flashback.
Qualcuno aveva cercato di dissuaderlo, altri non gli avevano creduto e lo prendevano in giro dicendo che non avrebbe avuto il coraggio di farlo o istruendolo sul modo migliore per impiccarsi.
Alla fine
Marcus si è tolto la vita nel primo pomeriggio di lunedì, davanti a una
webcam che trasmetteva ogni due secondi un fotogramma della sua morte. Il ragazzo si era premurato di fornire ai suoi inconsapevoli spettatori l'indirizzo di un
sito FTP, con tanto di password, dove avrebbero potuto trovare le
immagini del suo suicidio in diretta.
La tragedia si è mostrata in tutta la sua cruda violenza al comparire delle prime foto sul sito: il ragazzo, vestito con una tuta, gira per la stanza, poi si avvolge una corda al collo, si lascia andare e, dopo atroci istanti di agonia, rimane appoggiato alla parete della sua stanza, la testa piegata in maniera innaturale, il volto paonazzo. Incredule le
reazioni in rete.
I primi post sul forum e su Facebook sono di repulsione e preoccupazione: "Dalle prime immagini sembra che… sia serio", "Merda, l'ha fatto davvero!","Ok, questo è troppo","Non va bene per niente, questa roba è malata".
Dopo una decina di minuti un utente torna alla realtà e scrive: "Qualcuno ha chiamato la polizia?". Dall'altra parte dello schermo
un amico ha intanto riconosciuto Marcus e ha avvisato la sorella.
All'arrivo dei soccorsi la porta è chiusa a chiave e bisogna sfondarla, ma una volta dentro era ormai troppo tardi. Il ragazzo era senza vita, inutili i tentativi di rianimazione.
Marcus aveva espresso più volte i suoi dubbi e le sue paure nel compiere un atto così estremo, ma il suo
ultimo messaggio su Facebook è stato lapidario e assieme grottesco:
"Ok, facciamolo". Indossava una maglietta Nike con la medesima scritta, Just do it.
Il giovane era affetto dalla
sindrome di Asperger, una particolare forma di
autismo che lo faceva sentire solo e vulnerabile. Consapevole di avere una bella vita, con persone che lo amavano, Marcus era però spaventato dall'idea delle continue sofferenze dovute alla malattia e alla sua incapacità di sostenere una vita serena. In un momento di poca lucidità ha quindi visto la morte come soluzione finale.
Il mondo della rete è ora in subbuglio circa un ipotetico
coinvolgimento di Facebook e Flashback in questa vicenda, ma alcuni hanno già cominciato a delineare l'uso della rete come un
naturale sfogo per il desiderio di attenzione del giovane suicida.
Internet avvicina le persone e mette tutti in contatto, ma questa vicinanza può anche mostrare il suo lato più triste.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di
BitCity.it iscriviti alla nostra
Newsletter gratuita.