La Corte di Giustizia dell'Unione Europea dice no anche all'interpretazione che il Governo italiano ha dato dell'
equo compenso.
Guai in vista anche per la
SIAE, che sarà probabilmente costretta a restituire i milioni ricevuti in funzione di tale tassa.
A quasi un anno dall'approvazione del
Decreto Bondi viene a galla, grazie alla Corte di Giustizia UE, che applicare la tassa a così tanti dispositivi elettronici è stato un abuso.
L'elenco dei dispositivi da tassare avrebbe dovuto includere solo ed esclusivamente quelli destinati alla copia e alla masterizzazione, non quelli, ad esempio, utilizzati in ambito aziendale.
In sostanza i dirigenti di casa nostra hanno male interpretato la normativa, applicandola in modo errato.
A questo punto, leggi alla mano, è evidente che il decreto del
Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Sandro Bondi è illegittimo e che la SIAE dovrebbe essere costretta a restituire il denaro ricevuto.
Se e quando questo avverrà lo vedremo solo in futuro.
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