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Assange, tra falsi profili online e attacchi a Paypal e Visa

Julian Assange aveva un profilo falso per appuntamenti online. Il fondatore di Wikileaks, che ha confessato gli attacchi hacker a Visa, Mastercard e Paypal dal carcere di Londra, si era registrato sotto falso nome e cercava una donna coraggiosa in rete.

Autore: Redazione D.Life

Pubblicato il: 14/12/2010

Assange aveva un profilo falso per rimorchiare in rete.
A  scoprirlo è stato il sito di gossip Gawker.com, a cui non è sfuggita la somiglianza di un utente a Julian Assange. Il fondatore di Wikileaks infatti avrebbe pubblicato il suo profilo sul sito di appuntamenti on-line Ok Cupid sotto il falso nome di Harry Harrison.
Curiosa e decisamente stravagante la descrizione che da di s੠"Se volete un ragazzo terra-terra, banale, allora passate oltre. Non sono il robot che state cercando. Appassionato, a volte ‘un po' maiale', testardo militante politico, cerca la sua sirena per relazione d'amore, figli e occasionale cospirazione criminale".
Il profilo non veniva utilizzato dal 2006, anno in cui nasceva il suo discusso sito Wikleaks.
assange-tra-falsi-profili-online-e-attacchi-a-payp-1.jpgHarry/Assange continua nel suo profilio scrivendo che cerca una donna vivace, intelligente, con fegato e forza interiore. "Mi piacciono la donne provenienti da Paesi che hanno avuto forti disordini politici. La cultura occidentale sembra forgiare donne senza valori e vacue. Ok. Non solo donne! Nonostante io sia piuttosto combattivo, sia intellettualmente che fisicamente, sono molto ptotettivo con le donne e i bambini".
Infine informa le timide di non contattarlo perchà© sarebbe una perdita di tempo: "Scrivimi se sei coraggiosa". Proprio in queste ore il fondatore di Wikileaks ha ammesso di aver attaccato i tre siti di pagamenti online e che emettono carte di credito: Visa, Mastercard e Paypal.
La notizia è stata resa nota da un comunicato proveniente dal carcere di Londra, dove si trova Assange. Ricordiamo che i tre siti erano stati alcuni giorni fa vittime di attacchi hacker in seguito al blocco del denaro che i donatori versavano in favore di Wikileaks.

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