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FBI, backdoor installate di proposito su OpenBSD?

Un programmatore ha dichiarato di essere stato pagato dall'intelligence Usa per installare delle backdoor nel sistema open source OpenBSD. Sarà  vero?

Autore: Andrea Sala

Pubblicato il: 16/12/2010

Il programmatore americano Gregory Perry ha sollevato un polverone con le sue ultime dichiarazioni riguardanti l'FBI
L'uomo, infatti, ha espressamente dichiarato di essere stato pagato dall'Agenzia di sicurezza per inserire delle backdoor nel sistema operativo open source OperBSD.
Perry si riferisce ad avvenimenti di dieci anni or sono, avvenimenti che sono venuti alla luce solo adesso, ora che è scaduto l'accordo di riservatezza stilato con l'agenzia americana.
Per questo, quindi, lo sviluppatore ha scritto una e-mail al direttore del progetto, Theo de Raadt: "Volevo informarvi del fatto che l'FBI ha implementato un certo numero di backdoor nei meccanismi di leaking side channel delle chiavi nel framework crittografico di OpenBSD - ha scritto Perry - con l'intento preciso di monitorare il sistema di cifratura VPN site-to-site implementato da EOUSA, l'organizzazione che controlla l'FBI".
E sarebbe proprio a causa della presenza delle "porte sul retro" di OpenBSD che l'agenzia americana suggerisce alle Procure Distrettuali Usa di usare il software per gli ambienti virtualizzati. In questo modo avrebbe la possibilità  di "monitorare" le comunicazioni che passano attraverso OpenBSD.
Dal canto suo de Raadt ha risposto definendo la questione come una "cospirazione", cospirazione in cui non vuole entrare. Per questo il progetto OpenBSD continuerà  a fare il suo lavoro senza andare a caccia del fantomatico codice spia.
Toccherà  quindi alla community un'eventuale ricerca: il software è talmente diffuso che la sola organizzazione non ce la farebbe. Anche se il codice esistesse, poi, la sua estirpazione è ora virtualmente impossibile, visto l'enorme bacino di utenza di OpenBSD ed eventuali varianti.

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