Le sommosse sociali che hanno coinvolto la Tunisia nelle ultime settimane sono state censurate da TV e giornali tunisini. Sul web, al contrario, tantissimi i video degli scontri dei manifestanti.
Le proteste in Tunisia invadono anche il web. Nonostante Tunisi tenti di non diffondere le informazioni su quanto stia succedendo nel paese ci pensano i siti, i blog e persino i social network a informare tutto il mondo sulla contestazione in atto. A giocare un ruolo importante è stato Wikileaks ma, ancora di più, i brevi cinguettii di Twitter. Tantissimi anche i video degli scontri caricati su YouTube, e gli utenti di Facebook che si sono uniti a gruppi di sostegno ai manifestanti. In questo modo l'attenzione è andata un po' crescendo nei confronti del caso che ha visto persino la fuga del leader Ben Ali dal paese. Le TV, strozzate dalla censura, non sono riuscite a fare pienamente la cronaca della sommossa, mentre ancora una volte la rete riesce ad essere la voce del dissenso e della libertà d'informazione.
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