Eric Schmidt dal 4 aprile non sarà più il CEO di Google, a prendere il suo posto sarà uno dei due enfant prodige che hanno fondato BigG,
Larry Page.
Dopo un
decennio di amministrazione oculata e grandi risultati, quindi, Schmidt fa un passo indietro in favore dell'inventore del
famoso algoritmo di ricerca.
L'altro fondatore di Google,
Sergei Brin, si occuperà invece dei
progetti strategici e le nuove soluzioni di BigG.
"Larry, Sergei e io abbiamo discusso a lungo come poter meglio semplificare la nostra struttura manageriale per accelerare il processo decisionale e durante le vacanze abbiamo concluso che questo era il momento migliore per fare alcuni cambiamenti", ha comunicato Schmidt via Twitter.
La decisione avviene quasi in concomitanza con la
presentazione dei dati finanziari di Google per il quarto trimestre. Il
gigante di Mountain View ha battuto le previsioni degli analisti con un
utile netto in crescita del 29%, pari a
2,54 miliardi di dollari o i per azione, mentre
il fatturato è aumentato del 17% a quota
8,44 miliardi di dollari.
A fare la parte del leone è stata la
pubblicità online, vero punto di forza di Google. Ma all'orizzonte
si profila l'ingombrante presenza di Facebook con i suoi milioni di iscritti e l'
enorme traffico web che genera, tanto da
superare persino Google fra i siti più visitati in Usa.
"La nostra solida performance è stata causata da una rapida crescita dell'economia digitale, l'innovazione continua dei prodotti che va a vantaggio sia degli utenti che degli inserzionisti, e dallo
straordinario andamento dei nuovi business, ossia del display advertising e del mobile", ha dichiarato
Schmidt.
Il riferimento è tutto ad
Android, l'
OS di Google in vertiginosa ascesa sugli
smartphone e sui tablet.
Forse Page è voluto salire al timone in vista del prossimo
duello in salsa social che caratterizzerà il mondo del web del prossimo futuro:
Facebook contro Google, Page contro Zuckerberg.
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