Venerdì 25 marzo scorso è andata in onda su
Canale 5, nel corso di una puntata di
Forum condotto da
Rita Dalla Chiesa, una causa che aveva tutta l'aria di essere uno spot governativo a ridosso del secondo anniversario del terribile terremoto che il 5 aprile 2009 ha colpito e distrutto il cuore dell'
Abruzzo.
La causa nello specifico vedeva coinvolta la
signora Marina che, separata dal marito, chiedeva a quest'ultimo la somma di 25 mila euro per riaprire la sua attività di abiti da sposa nel centro de
L'Aquila sostenendo che ormai la città aveva ricominciato a vivere e che tutti lavoravano e le attività avevano ripreso a pieno regime.
Alla fine la donna si è lanciata in un sentito ringraziamento rivolto al presidente del consiglio
Silvio Berlusconi e all'allora capo della Protezione Civile
Guido Bertolaso che hanno, a suo dire, riportato alla vita la città , mentre degli sfollati dice "sono rimaste fuori solo 300-400 persone, ma stanno negli alberghi e gli fa pure comodo, mangiano bevono e vivono gratis…".
Peccato però che la signora non fosse del capoluogo abruzzese come sosteneva di essere, ma bensì di
Popoli dove vive con il marito e dove gestisce un'impresa di pompe funebri.
Subito sul
web si è accesa la polemica, prima attraverso la pioggia di mail che ha invaso la redazione in cui la gente, realmente terremotata e residente a L'Aquila smentiva ogni cosa detta dalla donna, poi su facebook dove, anche lì si racconta come stanno ancora oggi le cose.
Anche le autorità locali, però, non hanno atteso molto prima di far sentire la loro voce:
Stefania Pezzopane, infatti, assessore alla cultura de L'Aquila dice indignata: "A distanza di due anni dal terremoto, una televisione di Stato, visto che rientra nelle proprietà del Presidente del Consiglio, si permette di trasmettere uno spot contro L'Aquila attraverso una devastante rappresentazione di una tragedia". Rita dalla Chiesa, ventennale conduttrice della trasmissione prende le distanze da quanto avvenuto sostenendo che "Sono sempre stata equidistante. Ho fatto puntate interi sugli aiuti, ho persino mandato i peluche ai bambini. Sulla vera identità della signora:Alzo le mani, non posso chiedere a tutti la carta di identità ".
La donna dal canto suo spiega a
Repubblica che gli autori, saputo che era abruzzese, le avevano offerto la una somma di denaro (si parla di 300 euro) per interpretare quella causa.
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