àˆ costato caro ad una maestra della scuola elementare di
Paterson nel New Jersey, un commento fatto su
Facebook ai suoi amici. L'insegnante in questo commento avrebbe definito il suo lavoro come "fare la guardia a dei futuri criminali", ma alcuni genitori avrebbero scoperto il commento e imbufaliti si sarebbero rivolti alla preside che ha sospeso l'insegnante dal suo incarico.
Ora la vicenda ha presole consuete vie legali finendo nelle mani del giudice, ma questo fatto ha anche spaccato in due la comunità di Paterson: da un lato infatti
Nancy Oxfed legale dell'insegnante, di cui non si conoscono le generalità , che ha criticato duramente la decisione di sollevarla dall'incarico, in quanto i giudizi della donna sono stati espressi privatamente e durante il suo tempo libero.
Dall'altra i genitori che appoggiati da un gruppo di volontari si schiera contro l'insegnate i quali considerano orribile quanto scritto dalla maestra sul social network.
Ma questo non è il primo caso e visti i tempi social in cui viviamo non sarà sen'altro l'ultimo: prima di questa, già un'altra insegnante aveva definito i suoi alunni come "strafottenti, menefreghisti, pigri e piagnoni".
Il fatto è che forse entrambe le insegnanti hanno peccato un po' di ingenuità considerando
Facebook come un luogo chiuso dove poter dire ciò che si vuole senza temere di essere scoperti. Ora che anche i muri hanno le orecchie, affidare i propri segreti o pensieri alla rete è il modo migliore per farli conoscere a tutto il resto del mondo.
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