Sta spopolando su
Facebook, soprattutto negli
Stati Uniti una tendenza che non è del tutto positiva, quella cioè di "scambiare il latte materno".
Le mamme che non hanno abbastanza latte possono ricorrere ai loro contatti sui social network per farsi passare quello che ad altre donne più fortunate avanza.
Fortunatamente questa tendenza alle
donne italiane non piace, visto che nel nostro paese quasi nessuna ha mai pensato di ricorrere a questo espediente per alimentare il proprio bambino.
I
rischi che si corrono con questa pratica sono altissimi e anche gravi: con il latte materno infatti si possono trasmettere varie malattie come la
meningite,
epatiti di vario tipo e addirittura l'
Hiv.
Nel nostro paese esiste una fitta rete di banche del latte che consentono di soddisfare il fabbisogno di latte materno in modo sicuro e garantito per i più piccoli.
Il nostro sistema, per numero di banche è secondo solo ai paesi scandinavi, dove lì la donazione è sistematica in tutti gli ospedali. "Nel nostro Paese -
Guido Moro, presidente dell'Associazione italiana banche del latte umano donato Onlus (
Aiblud)- possiamo contare su
26 banche diffuse sul territorio nazionale e sei centri omologati come banche. Non sono probabilmente sufficienti a coprire completamente i bisogni, ma è una situazione che possiamo definire più che buona rispetto agli altri Paesi. Si pensi che negli Usa, dove il fenomeno delle donazioni di latte umano via Internet si è affermato, ci sono solo 11 banche su 220 milioni di abitanti".
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