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Stallman, gli e-book limitano la nostra libertà 

Richard Stallman è ritornato all'attacco. Il fondatore della Free Software Foundation ha pubblicato un documento sul suo sito internet all'interno del quale si attaccano gli e-book.

Autore: Redazione IT Tech & Social

Pubblicato il: 10/06/2011

Richard Stallman, vera e propria icona del movimento per il software open source, ha pubblicato sul suo sito web una invettiva contro gli e-book.
Nel documento dal titolo "I pericoli degli e-book", il fondatore della Free Software Foundation mette in guardia gli utenti da alcune controindicazioni che questi dispositivi possono introdurre: si va dall'identificazione prima di un acquisto, fino  alla impossibilità  sia di prestare una copia del libro elettronico acquistato sia di modificare gli stessi contenuti acquistati.
Il discorso di Stallman assume anche dei connotati di etica filosofica legata alla libertà  dell'utente: "le tecnologie che dovrebbero fornirci maggior potere, vengono invece usate invece per limitarci. Dobbiamo rifiutarci di comprare ebook, almeno fino a quando non rispetteranno la nostra libertà ".
A sostegno di questa tesi il guru dell'open source ha portato l'esempio dei libri cartacei, dove per accedere all'acquisto non è necessario fornire le proprie generalità  al negoziante. Cosa che invece succede quando si comprano degli ebook su Amazon, dove il pagamento avviene via carta di credito e il contenuto spedito direttamente su Kindle.
Queste informazioni vengono salvate nei server e potrebbero fornire una profilazione dettagliata degli acquirenti, in base a gusti di lettura, interessi, posizioni sociali e orientamenti politici.
Inoltre a questa situazione si aggiunge anche il fatto che chiunque acquisti un ebook non diventa il possessore al 100% dell'opera. Tant'è che non può prestarlo ad un amico e può addirittura venire cancellato da remoto.
L'impossibilità  del prestito dell'e-book è stato da sempre giustificato dalle case editrici come necessario affinchè gli autori possano beneficiare dei diritti sulle vendite delle loro opere. Anche su questo punto Stallman non è sostanzialmente d'accordo: "l'attuale sistema del copyiright, più che sostenere gli autori, supporta le case editrici. Possiamo ricompensare gli autori in altri modi, che non richiedano di limitare la nostra libertà ".

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