Il
TAR del Lazio ha respinto i ricorsi presentati contro il
decreto Bondi che nel 2010 aveva esteso
l'equo compenso, ossia la
maggiorazione del 5% che grava sul prezzo di tutti i dispositivi dotati di memoria e che consentono teoricamente di poter realizzare una copia privata di un'opera d'ingegno.
Nonostante le perplessità espresse dalla
Corte di Giustizia Europea, il TAR ha maturato questa decisione, ritenendo corretto applicare l'equo compenso sui supporti ottici (CD, DVD, ecc.) e su chiavette USB, dischi rigidi, cellulari e su tutto ciò che ha una memoria.
Inoltre, la sentenza del TAR dichiara che, contrariamente a quanto affermato dalla
SIAE nel 2010, l'equo compenso è realmente una tassa e come tale deve essere pagata da tutti, non solo da chi effettua copie private. Come dichiarato dai giudici del TAR "la disciplina contenuta nel decreto impugnato, in linea con le disposizioni del diritto comunitario e nazionale non impone alcuna prestazione patrimoniale con riguardo all'uso professionale del prodotto, ma, al contrario, stabilisce espressamente la necessità di prevedere esenzioni con riguardo all'uso professionale dell'apparecchio".
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