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Verizon: il 2011 è stato l'anno degli "hacktivisti"

Attacchi sempre più spesso motivati da intenti politici e sociali; evitabile la maggior parte delle violazioni con misure di sicurezza appropriate.

Autore: Redazione IT Tech & Social

Pubblicato il: 26/03/2012

Secondo il "Verizon 2012 Data Breach Investigations Report" nel 2011 c'è stato un deciso aumento dei casi di "hacktivismo", ovvero di cyberattacchi mirati a raggiungere obiettivi di natura politica e sociale.
Giunto al quinto anno di pubblicazione, il report ha analizzato per l'edizione 2012 ben 855 casi di violazione dei dati con 174 milioni di record sottratti, la seconda perdita di dati per dimensioni mai osservata dal team Verizon RISK (Research Investigations Solutions Knowledge) da quando ha iniziato a raccogliere informazioni nel 2004.  
Cinque partner hanno collaborato con Verizon contribuendo con i loro dati alla realizzazione del report di quest'anno: i Servizi Segreti degli Stati Uniti, la National High Tech Crime Unit della Polizia Olandese, l'Australian Federal Police, il Reporting & Information Security Service irlandese e la Police Central e-Crime Unit della London Metropolitan Police.
I risultati del report hanno rimarcato la natura internazionale del cyber crimine. Gli attacchi sono partiti da 36 Paesi, contro i 22 dell'anno precedente. Quasi il 70% ha avuto origine dall'Europa Orientale, e meno del 25% dal Nord America.
Gli attacchi esterni sono i maggiori responsabili delle violazioni dei dati, con il 98% dei casi attribuibili ad outsider, gruppo comprendente crimine organizzato, attivisti, ex dipendenti, hacker solitari e persino organizzazioni sponsorizzate da governi stranieri. Con la crescita degli attacchi esterni, la proporzione degli incidenti provocati da insider è diminuita ancora, secondo il report di quest'anno, scendendo al 4%.
I business partner sono stati responsabili di meno dell'1% delle violazioni. In termini di metodi di attacco, hacking e malware hanno continuato ad aumentare.
L'hacking si è verificato nell'81% delle violazioni dei dati e nel 99% dei casi di sottrazione di dati. Anche il malware ha ricoperto un ruolo importante, comparendo nel 69% delle violazioni e nel 95% delle compromissioni dei record. Hacking e malware sono preferiti dalle fonti di attacco esterne perchà© consentono di colpire più obiettivi contemporaneamente da postazioni remote.
Molti tool di hacking e malware sono progettati per essere semplici e intuitivi per i criminali. Il lasso di tempo che trascorre dall'attacco alla sua scoperta continua a essere misurato in mesi e persino anni, anzichà© ore e giorni. Infine, soggetti terzi continuano a rilevare la maggior parte delle violazioni (92%).

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