Sembrava che le cose si mettessero male per
Google, dopo che la corte di S. Francisco aveva stabilito che alcune righe di codice del sistema operativo
Android risultavano effettivamente identiche ad altre contenute ne codice di Java, la cui proprietà intellettuale appartiene a
Oracle.
Tuttavia, dopo quel
primo verdetto, la corte ne ha emesso un secondo che ha in gran parte infranto le speranze di Oracle di vedersi risarcito il danno con cifre astronomiche (si era parlato inizialmente addirittura di 2,6 miliardi di dollari).
Il giudice ha infatti stabilito che, nonostante le righe siano identiche,la loro presenza
non è sufficiente a costituire una
violazione del copyright detenuto da Oracle.
A questo punto, quindi, per un accordo tra le parti, Oracle viene esclusa dal processo. Il giudice diovrà poi stabilire se ad Oracle sia comunque dovuta qualche copensazione nonostante il copyright non sia stato infranto, nel qual caso potrebbe esserci un nuovo processo, oppure no.
In ogni caso la cifra che Google dovrà pagare sarà trascurabile rispetto a quanto preventivato (si parla di 150.000 dollari, un'inezia che non basterebbe a coprire nemmeno un paio di giorni delle spese legali affrontate da Oracle),
Non a caso i rappresentanti di Google cantano vittoria, mentre quelli di Oracle definiscono la sentenza "praticamente un disaastro".
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