Nel corso della relazione annuale dell
'Autorità garante della concorrenza e del mercato (
Agcm), il presidente
Giovanni Pitruzzella ha espresso serie preoccupazioni circa la
posizione di Google sul mercato.
Big G, infatti, sembra essere destinata a "diventare monopolista della raccolta pubblicitaria, in quanto si è posta l'obiettivo di divenire protagonista assoluta nel mercato della raccolta pubblicitaria e, in generale, motori di ricerca e social network ormai costituiscono un passaggio obbligato per la distribuzione dei contenuti web".
Per Pitruzzella, si rende così necessaria "una più generale riflessione sulla struttura del mercato della raccolta pubblicitaria, volta ad assicurare la più ampia diffusione del pluralismo".
In particolare, secondo il presidente Agcm, sarà opportuno inserire tra le attività prese in considerazione dal
Sistema Integrato delle Comunicazioni introdotto dalla
Legge Gasparri "quelle svolte da operatori fornitori di contenuti, gestori di portali, motori di ricerca, social network, che competono con gli editori tradizionali nell'attività di vendita degli spazi pubblicitari agli inserzionisti".
La risposta di Google non è tardata: "Quello della pubblicità è un settore altamente competitivo e in costante evoluzione, in cui gli investitori pubblicitari spostano in continuazione i propri budget tra diversi tipologie di media, online e offline. Siamo felici di poter discutere del business pubblicitario di Google con l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, così come con altri".
Il presidente di
Telecom Italia,
Franco Bernabà©, ha accolto con favore l'intenzione di Agcm: "finalmente c'è il riconoscimento che ci sono soggetti che operano su Internet che hanno assunto dimensioni tali da porre seri rischi alla concorrenza. àˆ apprezzabile che l'Antitrust prenda atto che c'è una concentrazione di mercato rilevanti che in prospettiva potrebbe dare dei problemi".
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