Il caso di
Julian Assange approda all'
Onu: nell'ambito di un evento organizzato dall'
Ecuador, il numero uno di
WikiLeaks ha chiesto di porre
fine alla sua persecuzione, mentre il
Governo di Quito ha aperto la porta al ricorso alla
giustizia internazionale.
Assange, rifugiatosi dal giugno scorso nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra al fine di evitare l'estradizione, ha parlato attraverso un video sfidando e criticando il presidente
Usa Barack Obama e accusandolo di continuare a “perseguitare” la sua organizzazione, responsabile di aver messo online i clablogrammi riservati della diplomazia Usa, mentre invece sostiene la libertà di parola in Medio Oriente.
Oggi, a New York, si terrà un
incontro tra le autorità ecuadoregne e britanniche al fine di tentare di risolvere attraverso il dialogo la spinosa questione di Assange che si sta protraendo ormai da 3 mesi.
Il capo della diplomazia dell'Ecuador si è detto disponibile a
percorrere la via diplomatica per risolvere il caso, ma anche aggiunto che non scarta la possibilità di potare per via giudiziaria, portando così il conflitto dinanzi alla
Corte Internazionale di Giustizia: “Se dopo un tempo ragionevole i negoziati politico e diplomatico non avanzano, non ci rimarrà altra alternativa che ricorrere alle istanze giudiziarie, alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja”.
Il governo di Quito ha infine chiesto un
salvacondotto affinché Assange possa uscire senza problemi dall'ambasciata londinese e approfittare dei benefici che l'asilo gli ha concesso.
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