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I garanti della privacy criticano le regole di Google

La modifica dello scorso marzo, che ha introdotto un consenso unificato per tutti i servizi Google, potrebbe non essere conforme alle leggi UE

Autore: redazione IT Tech & Social

Pubblicato il: 16/10/2012

Quando, nello scorso marzo, Google ha modificato il su regolamento sulla privacy, facendo sì che fosse sufficiente un unico consenso per poter trattare i dati provenienti da tutti i suoi molteplici servizi, sono stati in molti a esprimere dubbi.
Per Google si trattava solo di una semplificazione per facilitare la vita all'utente. Ma c'era chi riteneva che il mettere insieme così tanti dati, senza poter scegliere quali tenere separati dagli altri, potesse mettere in pericolo la privacy degli utenti. Con tanti dati a disposizione diventa facile riconoscere l'identità di qualcuno, anche se rimane formalmente anonima.
Questa preoccupazione è condivisa dai garanti della privacy di tutta l'Unione Europea, che all'epoca avevano inutilmente chiesto a Google una sospensione del nuovo regolamento in attesa che potesse essere valutato.
Ora i garanti hanno spedito a Google una nuova lettera in cui si fa notare com e il nuovo regolamento possa non essere conforme alle leggi UE.
La lettera è stata firmata dai garanti della privacy di 24 paesi su 27: mancano solo Grecia, Lituania e Romania.
In pratica i garanti vorrebbero che Google richiedesse agli utenti un consenso esplicito a combinare i dati provenienti da servizi diversi, nonché un regolamento sulla privacy meno complicato e più comprensibile.
Il giudizio definitivo è stato affidato all'autorità garante della privacy francese, il CNIL.
Google potrebbe essere multata, ma anche obbligata a separare nuovamente i dati degli utenti (cosa che perà alcuni ritengono impraticabile).







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