Giovedi nero per Google a Wall Street dopo che una fuga di notizie ha reso pubblici i conti del terzo trimestre sul sito della Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti (SEC)
, ben quattro ore prima che la società desse la sua approvazione.
Ciò ha causato un crollo in borsa del titolo dell'11%, titolo che poi è stato sospenso per due ore: alla fine sono stati bruciati 24 miliardi di dollari in capitalizzazione.
A causare l'errore, si è venuto poi a sapere, è stata la società specializzata nella stampa dei servizi finanziari RR Donnelly che ha comunicato, senza le opportune autorizzazioni, i dati finanziari del terzo trimestre. Il documento diffuso, tra l'altro, sarebbe non il bilancio ufficiale ma una comunicazione riservata diretta alla Sec.
In un successivo incontro con la stampa e con gli analisti finanziari, Larry Page ha definito l'errore "scramble", pasticcio, ma ha poi preferito concentrarsi sulla valutazione dei conti senza soffermarsi troppo sul danno che ormai era stato fatto. "Abbiamo avuto un trimestre solido. I ricavi - ha sottolineato il co-fondatore di Google - sono saliti del 45% anno su anno e, a soli 14 anni, abbiamo registrato il nostro primo trimestre a 14 miliardi di dollari di entrate". “Ogni giorno mi sveglio e sono contento che ci siano nuove opportunità”, ha poi aggiunto, “non potrebbe esserci momento migliore per essere alla guida di Google”.
I risultati ci dicono che il redimento delle azioni è stato di 9,03 dollari nel terzo trimestre rispetto a un’attesa di 10,63 mentre i profitti hanno raggiunto 11,3 miliardi di dollari ovvero 600 milioni in meno del previsto.
Nel complesso la crescita di Google rispetto all’anno precedente si assesta su 16 per cento con un arretramento rispetto ad un livello superiore al 20 per cento registrato sin dalla fine del 2009.
Ecco perchè, nonostante le dichiarazioni positive di Page, il titolo ha subito un forte contraccolpo in borsa. I risultati sono ben al di sotto delle aspettative degli analisti.
A causare questo calo degli utili nel terzo trimestre rispetto all'anno scorso, sono stati soprattutto due fattori: un aumento dei costi e a un calo del prezzo delle inserzioni pubblicitarie.
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